Ancona – Saldo Tari 2017 – Scadenza il 16 Novembre
3.388 le agevolazioni concesse dal Comune
Ancona – Il 16 novembre 2017 scade il termine per il pagamento della 2ª rata a saldo della TARI.
Per il pagamento, in assenza di variazioni, i contribuenti possono utilizzare il modello di versamento F24 inviato da Ancona Entrate in occasione della scadenza della 1ª rata.
Qualora, invece, nel corso dell’anno 2017 siano intervenute variazioni che hanno inciso sull’importo annuo dovuto, Ancona Entrate provvederà ad inviare un nuovo modello F24 per il pagamento del saldo.
Questo è il caso, ad esempio, di tutti quei cittadini che hanno potuto usufruire dell’agevolazione Tari in base alla dichiarazione Isee ad Ancona Entrate nei termini previsti.
A seguito dell’introduzione da parte del Comune di Ancona di questa agevolazione, sono state concesse ben 3.388 agevolazioni TARI:
Agevolazione ISEE
N. agevolazioni concesse
ISEE da 0 a 5.000 (70%)
891
ISEE da 5.001 a 10.000 (50%)
1.173
ISEE da 10.001 a 20.000 (25%)
1.129
ISEE da 20.001 a 25.000 (10%)
195
Totale
3.388
In caso di smarrimento dell’avviso di pagamento Tari 2017, i contribuenti possono richiederne copia o inviando un’e-mail o recandosi presso gli uffici della società.
Il versamento della tassa va eseguito esclusivamente mediante il modello di pagamento F24 precompilato, pagabile presso banche, poste, tabaccai abilitati o attraverso i servizi di home banking.
Per ulteriori informazioni gli interessati potranno rivolgersi al Front-office della Società Ancona Entrate Srl, in Via dell’Artigianato 4, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì con orario dalle 9 alle 13, il martedì dalle 15 alle 17 e il giovedì dalle 10 alle 16, oppure contattare il numero verde 800.551.881, oppure consultare il sito www.anconaentrate.it
Ricostituita nelle Marche l’ANPPIA memoria storica con presidente Gianluca Quacquarini
Camerano, 26 gennaio 2023 – Arriva una nota in redazione a firma Gianluca Quacquarini consigliere comunale dorico in orbita Articolo Uno, già iscritto al M5 stelle e ancora prima nel PD: “Ricostituita ad Ancona l’ANPPIA, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, ed io sono stato eletto presidente di questa ricostituita federazione”.
Lì per lì, ignorando del tutto l’esistenza di questa Associazione, sono stato assalito dallo sgomento. Ma come, nel 2023 stiamo ancora a parlare di perseguitati politici antifascisti? In oltre vent’anni di mestiere, dal 2000 ad oggi, non ne ho mai incontrato uno. A cosa diavolo serve ricostituire una simile associazione? E ancora, a cosa diavolo serve essere degli anti qualcosa se quel qualcosa è finito nel 1946?
Gianluca Quacquarini
Mio nonno poteva essere un antifascista, dal momento che fu mandato al fronte nella Prima Guerra Mondiale (1915-1918) come un ‘ragazzo del ‘99” (nati nel 1899). E dunque testimone adulto dell’era fascista (1919-1943). Mio padre poteva essere un antifascista, dal momento che vide la luce nel 1928, alla caduta del regime di Mussolini aveva 15 anni e dunque sapeva cosa significasse esserlo. Un pensiero reso concreto dal fatto che per tutta la vita mio padre tenne nel cassetto del comodino in camera da letto la tessera del PCI, anche quando il PCI non esisteva più.
Loro sì, ma io? E con me tutti quelli della mia età o più giovani come appunto Quacquarini… Per me e per loro che senso ha, oggi, parlare di perseguitati politici antifascisti? Nessuno, ma rispondo solo per me. Per il semplice motivo che sono cresciuto in un’epoca in cui questi perseguitati semplicemente non esistevano. Appartenevano ad un passato per me remoto. Occhio però a giudicare, perché da quando ho iniziato a capire la storia ho sempre condannato il regime di Mussolini, e conosciuto a fondo la storia dei perseguitati politici antifascisti, da Sandro Pertini in testa e soci illustri, suoi compagni di lotta.
Così, sempre per capire, ho fatto qualche ricerca e finalmente ho capito. L’ANPPIA, che ha sede a Roma sin dal 1946, ha uno Statuto, un Comitato esecutivo con tanto di Revisori dei conti e un Collegio dei Probiviri; edita un giornale bimestrale: L’antifascista, fondato guarda tu proprio da Sandro Pertini, e ha sempre dedicato molta parte delle sue energie alla ricerca e diffusione della conoscenza della storia dell’Antifascismo e dei suoi protagonisti, attraverso pubblicazioni, convegni, mostre, attività nelle scuole e molto altro.
Quel che vale per la Shoah, dunque, vale anche per l’ANPPIA: la memoria storica è importante, mai dimenticare quei perseguitati dal fascismo che hanno fatto la galera e subìto l’esilio – in alcuni casi pagando con la propria vita – per costruire l’Italia democratica, liberale e repubblicana di oggi.
Dunque, il senso di questa ricostituzione sta tutto qui: ricordare la storia per non dimenticare, un monito affinché non si ripetano più certe storture del passato, assolutiste e sanguinarie. Del passato, però! Perché oggi proprio grazie a quegli eroi certe reminiscenze sono state cancellate, non ci appartengono più. E certi gruppetti nostalgici lasciano il tempo che trovano e non vale neppure la pena citarli. Meglio così, per un attimo avevo pensato che mi fosse sfuggito qualcosa!