24 Ago Più studio più guadagno. Il Payback index dell’investimento in istruzione
Come ripagarsi in fretta la laurea
Ancona, 24 agosto 2024 – Il Payback Index o Profitability Index è un indicatore utilizzato in finanza aziendale per misurare se un investimento può risultare realizzabile e vantaggioso. In pratica viene valutato il rapporto costi e benefici di un progetto oltre al tempo di recupero dell’impegno economico sostenuto.
Questo indicatore torna utile anche per stimare l’investimento in istruzione e ci aiuta a capire se la scelta di proseguire gli studi, come la preferenza dell’ateneo, possono incidere positivamente sul futuro lavorativo.
Per comprendere quale sia la strada più giusta da percorrere, per ripagarsi in fretta la laurea, occorre tenere presente anche il RAL, la retribuzione annua lorda pagata dall’azienda in un anno di lavoro. Questo parametro è molto importante perché indica il valore complessivo del guadagno annuale di un dipendente e quale sarà lo stipendio netto che gli spetterà ogni mese.
I dati dei report Eurostat e Istat e quelli dell’Osservatorio JobPricing dimostrano che sul fronte stipendiale la laurea può fare la differenza. L’aggiornamento di Eurostat sui tassi di occupazione dei giovani di età compresa tra i 20 e i 34 anni che hanno conseguito un diploma superiore o di laurea, confermano che l’Italia è in coda all’U.E. con un tasso di occupazione dei neolaureati pari al 67,5%, ben al di sotto della media europea, se si considerano anche la Grecia con il 72,3% e la Romania con il 74,8%.
Questa analisi dimostra la mancanza di politiche attive serie che possano valorizzare le competenze acquisite dai giovani e un quadro preoccupante dell’Italia che stenta a garantire ai suoi giovani un futuro lavorativo stabile e gratificante, in linea con il titolo di studio conseguito dopo tanto impegno e fatica, oltre alle spese sostenute per raggiungere l’ambito diploma, soprattutto se fuori sede.
Nella classifica europea Malta primeggia con il 95,8%, seguita dai Paesi Bassi con il 93,2% e dalla Germania con il 91,5%, con tassi di occupazione superiori al 90%. Nonostante il gap con l’Europa, in Italia investire nella formazione universitaria conviene ancora. Sono sempre le statistiche a mettere in luce il differenziale occupazionale e retributivo tra diplomati e laureati.
In media il tasso di occupazione dei laureati tra i 25 e i 64 anni è dell’11% più alto rispetto a chi possiede un diploma e il divario è maggiore tra gli under 35 dove, nei laureati viene registrato un tasso occupazionale del 75,4% rispetto al 59,7% dei diplomati. Questa differenza viene registrata anche nella RAL media di un laureato, attestata intorno ai 42 mila euro annui contro i 29 mila euro di un diplomato.
Ma nei tempi di recupero dei costi della laurea incidono anche la tipologia della laurea, l’ateneo frequentato e la provenienza geografica.
Lo studio del Censis (Centro studi investimenti sociali) sull’andamento delle immatricolazioni, vede la preferenza nelle discipline sanitarie come Medicina, Professioni sanitarie, Farmacia, Scienze motorie e sportive, con un crollo delle iscrizioni a Psicologia. Stentano anche i corsi giuridici ed economici. In Medicina, Architettura e Ingegneria sale l’incidenza delle donne che andranno finalmente a colmare, alla fine del percorso di studi, il gap lavorativo e retributivo.
Tra le STEM, dall’inglese, acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics, le discipline scientifiche e tecnologiche offrono più sbocchi occupazionali, con in testa Ingegneria Gestionale, la più gettonata e con la migliore prospettiva retributiva, con una media di 35.822 ero di RAL a 25-34 anni. Segue Ingegneria chimica e nucleare con 35.000 ero annui.
Altre facoltà dalle ottime opportunità lavorative e salariali sono: Informatica, Meccanica, Scienze matematiche e informatiche. Soffrono le Scienze dell’antichità, quelle filologico-letterarie e artistiche che non arrivano a 30 mila euro di RAL.
Le prospettive salariali migliori sono per i laureati del Nord Italia che riescono a guadagnare in media il 4% in più rispetto a quelli che si sono laureati nel Centro e il 9% in più rispetto ai laureati al Sud.
A fare lo scarto sono gli atenei. Sulla bilancia della busta paga, quelle private del Nord come la Bocconi o i Politecnici come quello di Milano, istituzione universitaria pubblica e autonoma, consentono di ambire a professioni e guadagni migliori, in media il 17,6% in più rispetto alle prospettive di lavoro e salariali destinate ai laureati dell’Università di Cagliari.
Altro fattore da non sottovalutare è il tempo per ripagarsi in fretta la laurea.
Nella classifica, gli studenti in sede o fuori che frequentano il Politecnico di Milano sono i più rapidi a ripagarsi i costi sostenuti, rispettivamente in 12,2 e 14,7 anni. Seguono quelli del Politecnico di Torino e della Bocconi, dove il reddito percepito può raggiungere un 13% in più rispetto alla media dei laureati di altri atenei. Segue il Politecnico di Bari. Il tempo di recupero delle spese, per gli studenti che frequentano l’Università di Roma Tre, è stimato in 20 anni.
L’indagine Istat dimostra che l’Italia è un paese in cui studiano di più i figli di genitori più istruiti. Quasi un quarto dei giovani che abbandonano gli studi sono figli di genitori con un basso livello di istruzione e solo 1 su 10 raggiunge il titolo. Cambia la situazione se almeno uno dei genitori è laureato, arrivando al 70% degli studenti a ottenere il titolo.
Per essere competitivi in Europa occorre scardinare questa mentalità e offrire sostegni economici ai giovani che soffrono questa condizione e che partono svantaggiati rispetto agli altri e magari sono più meritevoli di studiare e realizzare il loro progetto.
Una società coesa riduce le differenze sociali ed economiche e la presenza di un livello d’istruzione elevato, porta solo benefici al proprio interno e aumenta il benessere e la produttività.
Di questa opinione è anche Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia recentemente intervenuto al Meeting di Rimini. Ha parlato dell’importanza di rafforzare l’integrazione europea e di investire nel capitale umano, rivolgendo l’attenzione ai giovani e alle donne. Per lui è di vitale importanza l’aumento dell’occupazione per scongiurare l’abbandono dei giovani che si dirigono verso altri paesi. Per questo occorre investire nelle nuove tecnologie, anche in quelle avanzate, come l’intelligenza artificiale e auspica il rafforzamento dell’Europa per affrontare le grandi sfide globali.