17 Nov Osimo Francesco Pirani il Sindaco funambolo appeso a un filo per cinque mesi
Lo spettro politico tra equilibrismo e campo largo e la crisi della governance locale
Osimo, 17 novembre 2024 – Come il funambolo francese Philippe Petit che quel 7 agosto del 1974 compì la spettacolare impresa di passare da una torre all’altra del World Trade Center di New York, camminando su un cavo sospeso a più di 400 metri d’altezza sfidando la sorte, Francesco Pirani nei cinque mesi di mandato da Sindaco della città di Osimo, in quota centrodestra, ha cercato di compiere altrettanta analoga impresa, nel suo caso, quella di governare.
La sua è stata una traversata impegnativa, paragonabile per certi aspetti, a quella delle Torri Gemelle di New York. Da pochi giorni si è dimesso dalla carica di Sindaco di Osimo dopo che le liste civiche, guidate da Dino Latini, componenti della maggioranza, non hanno consentito al primo cittadino di esprimere la sua azione di governo. L’alleanza con i civici latiniani e l’accordo politico con Sandro Antonelli non hanno funzionato e l’ultimo consiglio comunale è stato messo in minoranza, per mancanza del numero legale di quattro consiglieri, su delibere importanti.
Riguardo la paralisi dell’attività amministrativa, in una nota Pirani dichiara che ci sono state situazioni politiche sovracomunali che hanno avuto ripercussioni sulla politica locale. La storia non è piaciuta al Governatore Acquaroli che pensa che la vicenda sia invece legata a questioni territoriali e auspica un ripensamento di Pirani.
Il Sindaco ha venti giorni di tempo per ritirare le dimissioni e se la sua decisione diventasse irrevocabile, l’incarico di guidare la città di Osimo, sarà di un commissario prefettizio fino a nuove elezioni tra aprile e giugno o a ottobre 2025. Il sindaco Pirani rassegna le dimissioni amareggiato per non aver potuto dare risposte a quei cittadini che si aspettavano un cambiamento per la città, nonostante avesse richiamato più volte i componenti della maggioranza al senso di responsabilità.
Le liste civiche, spesso troppe, sono destinate a fallire? Molte volte si tratta di formazioni pensate a tavolino o da singoli partiti o da candidati senza scrupoli che puntano al top marks piuttosto che alla qualità, destabilizzando gli elettori che si trovano a fare i conti con l’inevitabile trasformismo della politica. La moltiplicazione delle liste che servono per raggiungere un posto da consigliere comunale, esaltano la parcellizzazione del nostro sistema politico.
Operazioni lecite che danno risalto ai tanti campanilismi presenti nel nostro paese ma dimostrano anche la presenza di un pluralismo della società italiana, sempre che lo svariato numero di liste civiche o di partito abbiano una vera valenza politica e non solo una funzione utile per il candidato a Sindaco. A livello locale la proliferazione di queste liste non coincide sempre con il dinamismo e il rinnovamento della società civile e nell’attuale fase politica è difficile da dimostrare.
In questo caso, lo spettro politico è lo strumento che potrebbe servire ad orientare i cittadini a un’informazione consapevole nel panorama delle ideologie e delle opinioni e viene rappresentato da un asse bidimensionale sul quale posizionare i diversi orientamenti politici, classificati in base a criteri specifici.
Affonda le sue radici nella Rivoluzione francese quando i deputati dell’Assemblea Nazionale si disponevano in base alle loro posizioni politiche: a destra i sostenitori della monarchia e a sinistra quelli favorevoli alla repubblica. Una dicotomia, questa, che si è evoluta nel tempo con un ventaglio di orientamenti politici e posizionamenti, per quanto la rappresentazione più usata resta sempre quella dell’asse sinistra-destra.
La sinistra la si associa per tradizione a valori sociali, l’uguaglianza, la giustizia economica e l’intervento statale a garanzia dei più deboli. La destra si fa promotrice di ideali riconducibili al liberalismo e ai valori tradizionali.
La dicotomia destra-sinistra è semplicistica se consideriamo la complessità del panorama politico moderno, l’asse bidimensionale sinistra-destra o destra-sinistra è restrittivo. In questo caso risultano necessari altri assi su cui collocare altrettanti diversi posizionamenti, come quello dell’autoritarismo-libertarismo, che misura il grado di libertà individuale e di controllo sociale o l’asse progressismo-conservatorismo che riflette il comportamento verso il cambiamento sociale, con i progressisti più disposti all’innovazione e alle riforme e i conservatori che preferiscono preservare uno stato di equilibrio e mantenere una situazione stabile.
Oggi partiti e ideologie sono definiti in raggruppamenti come estrema sinistra che sta a indicare il comunismo, l’anarchia, il socialismo rivoluzionario. La Sinistra in cui ritroviamo la socialdemocrazia e il socialismo democratico. Nel centro il liberismo e il democristianesimo. Nella destra il liberismo conservatore e il conservatorismo nazionale. Infine nell’estrema destra il fascismo e il nazismo.
I due estremi contrapposti identificati con i termini destra e sinistra non sono ideologie politiche ma recipienti nei quali ritrovare scelte e posizioni politiche diverse in quanto nel corso della storia i passaggi politici non consentono di classificare tutte le ideologie e partiti politici, basti pensare che l’elettorato moderno si rivolge ad altre piattaforme politiche come quella dei moderati o riformisti, proponendo cambiamenti graduali, al contrario di forze politiche portatrici di cambiamenti più radicali.
Il processo di globalizzazione e lo sviluppo tecnologico hanno messo in luce i limiti dell’offerta politica dei conservatori e la difficoltà della sinistra tradizionale costantemente in crisi.
L’elettore nel decidere chi votare, si trova spesso disorientato e perde la bussola. Oggi alla politica è richiesta etica, coerenza ma soprattutto chiarezza e prendere posizione durante il proprio mandato non è cosa facile come l’arte di governare che diventa l’arte dell’equilibrismo.
Per eventuali approfondimenti sull’argomento rimandiamo all’articolo (Tony Blair come Niccolò Macchiavelli e l’arte di governare).
In un film cult di Nanni Moretti, Aprile del 1998, il regista e attore, descrive la crisi d’identità della sinistra e della destra e ci fa capire come sia alla fine l’elettore a dover decidere chi votare nella marea di proposte che spesso non rispecchiano posizionamenti riconducibili alla sinistra, al centro e alla destra e la valenza dello spettro politico viene messa in discussione.
Aprile, 1998: una scena dal film di Nanni Moretti