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La Voce Della Luna. Per Giulia e le altre

«Eppure io credo che se ci fosse un po' di silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio forse qualcosa potremmo capire». Federico Fellini, La Voce Della Luna

Ancona, 25 novembre 2024 – Lo diceva Ivo Salvini, personaggio immaginario interpretato da Roberto Benigni nel finale del film La Voce Della Luna, ispirato al romanzo Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni (1987), co-scritto e diretto da Federico Fellini, David di Donatello 1990, miglior attore protagonista a Paolo Villaggio, migliore scenografia a Dante Ferretti.

Ivo, infatuato della giovane Aldina del suo paese, la spia dalla finestra e lei gli lancia addosso una scarpa che lui porterà con sé girovagando nelle campagne della bassa bolognese, alla ricerca della donna ideale che possa assomigliare al suo grande unico amore, la luna.

Durante le sue escursioni notturne, l’uomo desolato, sollecita gli umani a fare silenzio in modo da udire la voce della luna.

Federico Fellini e Roberto Benigni sul set di La Voce Della Luna 1190

Federico Fellini era un regista visionario, capace di creare storie e figure di un mondo immaginario. Metteva in scena un sogno e come un giocoliere, riusciva ad incantare il pubblico con la sua cinepresa e i suoi personaggi fiabeschi, allegorici, quasi surreali, tra mistero e realtà, svelando le verità nascoste.

Forme e linguaggi della sperimentazione gli consentivano di andare oltre la visione comune delle cose e con la sua raffinata espressività, riusciva a guardare e analizzare le situazioni oltrepassando i confini della banale realtà della vita, a volte governata dal caso, dall’imprevedibile, da circostanze indecifrabili.

Gino Cecchettin alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin

Anche Gino Cecchettin, papà di Giulia, una delle tante vittime di violenza di genere, lo scorso 18 novembre, a un anno dal ritrovamento del corpo della figlia, in occasione della presentazione alla Camera dei Deputati, della Fondazione Giulia Cecchettin, ha detto: «Siamo qui per dare forma concreta a un sogno nato da una tragedia immane».

Ecco che ricompare il sogno, nel suo caso si realizza da una circostanza indecifrabile. Si, perché Giulia, come dice il padre Gino: «Era simbolo di altruismo e amore». Ma ciò non è bastato a impedire l’azione violenta di Filippo, il suo ragazzo, su di lei.

In Gino Cecchettin, come lui stesso dice: «è iniziato un processo all’affermazione del bene che nell’udienza di Filippo ha raggiunto la maturità perché non ho avuto il pensiero di odiarlo». Ed è proprio nel nome di Giulia che dice: «io posso scegliere di fare crescere l’amore».

L’impegno della Fondazione Giulia Cecchettin sarà quello di contribuire con iniziative e programmi educativi, all’opera di sensibilizzazione sulla violenza di genere per scuole e famiglie, percorsi formativi per promuovere le buone pratiche volte a contrastare le molestie nei luoghi di lavoro. Borse di studio indirizzate a studentesse in corsi stem e premi di merito per progetti di ricerca e creativi in ricordo di Giulia, oltre ad azioni di promozione della ricerca verso le cause che inducono alla violenza di genere, con lo sviluppo di interventi che possano arginare il fenomeno dilagante dei soprusi sia fisici che mentali sulle donne.

Compito del mondo dell’informazione, a cui Gino Cecchettin volge lo sguardo, sarà quello di collaborare per favorire la costante discussione sul tema della violenza di genere.

Arrestare il fenomeno della violenza sulle donne è un fatto culturale. Occorre ripartire dall’educazione familiare. La scuola e il mondo dell’informazione possono contribuire al cambiamento.

Benigni e Paolo Villaggio nel film La Voce Della Luna

La Direzione Centrale della Polizia Criminale e il Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, unitamente al gruppo interforze, hanno segnalato la diminuzione del numero delle vittime di episodi delittuosi riconducibili alla violenza di genere. Il documento che viene settimanalmente elaborato, attraverso l’estrapolazione di dati statistici, fornisce una panoramica degli omicidi volontari consumati e nello specifico quelli con vittime donne.

Confrontato con l’analogo periodo del 2023, dal 1° gennaio al 17 novembre 2024, si sono registrati 269 omicidi, con 98 vittime donne, di cui 84 uccise in ambito familiare e affettivo; di queste, 51 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner, con una diminuzione del numero dei delitti da 305 a 269 (-12%) e del numero delle vittime di genere femminile da 108 a 98 (-9%).

Sta di fatto che occorre agire su più fronti, soprattutto sull’educazione all’affettività nelle relazioni.

I modi per farlo sono tanti e non bisogna entrare nella polemica se preferire il gridare o il fare silenzio. L’importante è agire in fretta e non dimenticare.

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