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A Numana come a Roma io e te tre metri sopra al cielo

Da nord a sud sentieri, belvederi, panchine, vicoli il selfie romantico è il nuovo pegno d’amore

Ancona, 13 luglio 2024 – Tre metri sopra il cielo, il film di Luca Lucini (2004), tratto dal libro di Federico Moccia è una commedia sentimentale che narra la storia di due adolescenti innamorati, Babi e Step che incidono i loro nomi su un lucchetto che attaccano a Ponte Milvio. Questo gesto iconico fu replicato dai giovanissimi, al punto da ricoprire lo storico ponte di Roma, diventato negli anni irriconoscibile e che per sua fortuna, dopo anni di polemiche, è stato liberato da alcuni volontari della Greenside Roma Onlus che hanno violato i lucchetti simbolo di Io e te tre metri sopra il cielo e armati di tronchesi si sono dati da fare per rimuoverli, nonostante nel fondale del Tevere ci siano ancora le chiavi gettate dai tanti che si erano recati al ponte per ripetere quel gesto d’amore.

Tre metri sopra il cielo, il film di Luca Lucini

Per celebrare l’amore di gesti e rituali ce ne sono tanti. L’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale che in Italia e all’estero si occupa della valorizzazione dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, si è interessato allo studio di oggetti considerati pegni d’amore e che costituiscono una delle principali categorie di doni.

Tra i più diffusi quelli con scritte d’amore, con motivi di cuori, stelle, rami fioriti, chiavi, disegni geometrici o immagini riferite alla coppia e che venivano offerti come simboli che alludono all’unione. Dalla ricerca è emerso che l’indiscusso pegno d’amore rimane l’anello detto anche anello celato per distinguerlo da quello delle nozze. Chiamato anche a manucce quando riporta il disegno di due mani che si stringono e sorreggono un cuore.

Sono diffusi anche altri gioielli, come pettini, spille, orecchini in oro o in argento che riportano simboli d’amore. Dallo studio è risultato che nella tradizione era usanza come dono femminile, regalare fazzoletti ricamati che recavano sul bordo versi amorosi indirizzati al futuro marito.  Il pegno d’amore è stato ed è tuttora simbolo dell’amore eterno e della fedeltà tra due persone che si amano.

Curiosa era la stecca da busto, considerata dalle ragazze un regalo molto intimo che custodivano gelosamente, una fascia di legno flessibile che sosteneva l’interno del bustino dell’abito femminile. La tradizione particolarmente diffusa nell’Italia centro-meridionale, voleva che l’innamorato intagliasse personalmente i motivi tradizionali dell’alfabeto simbolico dell’amore ed era considerato dalle ragazze il pegno che tenevano più vicino al cuore, per questo la stecca intagliata era considerata dono del cuore.

Via dell’amore 5 Terre

Il corteggiamento come la dichiarazione ufficiale della mano della sposa erano accompagnati da veri e propri riti che preannunciavano il matrimonio e dunque la formazione di un nuovo nucleo familiare all’interno della comunità.

Le tante generazioni, Generazione X, Millennials, GenerazioneZ, Generazione Alpha, social network e influencer, hanno contribuito a cambiare nel tempo le tradizioni popolari come il modo di festeggiare e intendere l’amore.

Turismo e marketing promuovono nuovi modi di viaggiare dove le coppie possono cimentarsi in romantiche passeggiate magari per raggiungere un belvedere dal quale poter ammirare il mare e l’orizzonte e fotografare il loro amore.

Tra le proposte da nord a sud si va sulle Dolomiti di Brenta a 1.430 metri di quota lungo il sentiero degli innamorati, a Fai della Paganella, un percorso con sculture in legno e poesie d’amore.

Proseguendo si va al Belvedere dell’Amore a Coniolo, nel Monferrato o a Nervi, sulla costa più orientale di Genova, con la Passeggiata Anita Garibaldi,  al Sentiero Azzurro, nelle Cinque terre, tra Vernazza e Monterosso oppure la Via dell’Amore che collega Riomaggiore a Manarola, per arrivare alla via del bacio in Val d’Orcia.

C’è poi la passeggiata degli innamorati a Gradara dove la leggenda vuole che la sua rocca abbia fatto da sfondo alla storia d’amore di Paolo e Francesca, raccontata  nella Divina Commedia.

Panchina dell’amore a Numana

Proseguiamo con il Vicolo Baciadonne a Città della Pieve in Umbria.  L’usanza vuole che per via della strada stretta, i due innamorati passino abbracciati dandosi un bacio appassionato.

Si va a Roma, città eterna al Giardino degli Aranci, un belvedere sull’Aventino, un angolo di pace e tranquillità dal quale ammirare uno dei panorami più belli che regala la passeggiata più romantica della città.

Scendiamo a Napoli nei Quartieri Spagnoli nel Vicolo dell’amore, un tripudio di fiori, cuori con frasi poetiche e, sotto i panni stesi,  la frase che stupisce la propria amata.

Poi c’è sul Gargano il bacio del Vico per condividere un momento romantico e lasciare un biglietto nel Pozzo delle Promesse

Arriviamo in Sicilia , nel lungomare di Terrasini, comune della città metropolitana di Palermo. Si definisce il paese degli innamorati e proprio davanti alla scritta a caratteri cubitali Love, prima di una serie di installazioni dedicate all’amore, proposta lanciata anni fa dall’amministrazione comunale, le coppie sono tornate con la proposta di matrimonio.

Per concludere, da segnalare un luogo dalla bellezza straordinaria,  da raggiungere dopo una passeggiata in compagnia di chi si ama. Risaliamo l’Adriatico per arrivare in Riviera del Conero, a Numana, con il Belvedere di Piazza Nuova e la sua Panchina dell’Amore, uno dei punti più suggestivi dove poter ammirare il profilo del Monte Conero con il suo mare e godere della brezza marina. Qui al tramonto, gli amanti potranno finalmente giurarsi amore eterno e…magari farsi un selfie!

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