Ancona – L’inaspettata vittoria di Parma ha riacceso una flebile speranza di evitare la retrocessione diretta in casa Ancona. Sono quattro i punti da recuperare al Fano (cinque a causa degli scontri diretti a sfavore, sei nel caso arrivi la più che probabile penalizzazione), nelle ultime quattro giornate: un’impresa al limite dell’impossibile, ma bisogna ragionare partita per partita a partire da sabato quando al Del Conero arriverà la FeralpiSalò e il Fano farà visita al Venezia, che con un pareggio otterrebbe la matematica promozione in serie B.
Ma a tenere banco sono, come sempre, le vicende societarie. Proprio ieri il presidente della Lega Pro Gravina ha rivelato di aver sollecitato l’intervento della Procura Federale sulla presenza di personaggi poco graditi intorno al club, con il chiaro riferimento all’eminenza grigia Ercole Di Nicola, che mai si è nascosto sul suo ruolo operativo nell’Ancona.

In tutto ciò la società biancorossa è sempre più in difficoltà: il dg Nacciarriti ha affermato che si chiuderà il bilancio al 30 giugno con circa 350mila euro di disavanzo (ma la cifra è drogata dagli ormai celebri sponsor occulti, una contraddizione in termini), che verrebbero coperti dall’attuale proprietà.
Ci sembra strano possa accadere, visto che per pagare gli stipendi di novembre e dicembre si è dovuto ricorrere a una parte della fidejussione di Andrea Marinelli. Anzi, i soci si sono ormai ufficialmente disimpegnati (qualora si fossero mai impegnati davvero), e lo stesso Di Nicola si sta adoperando per trovarne di nuovi, ad oggi senza successo.

In un clima del genere, ecco che salta fuori Sergio Schiavoni impegnato a reperire risorse per dare un futuro al club. Pochi giorni fa mister Imesa ha incontrato Di Nicola, accompagnato da Miani (ma come? Il paladino dell’etica non aveva smentito l’accostamento dell’ex ds aquilano all’Ancona?), per conoscere l’effettiva situazione dei conti, sponsor occulti a parte. L’incontro è stato definito interlocutorio.
Schiavoni rappresenta Stefano Balducci e Paolo Pomponio, imprenditori romani del ramo ottico che vorrebbero investire nel calcio con l’aiuto di tutta la città. Ma parrebbe solo in caso di Lega Pro. Con la delicata situazione attuale di classifica, la trattativa potrebbe spegnersi sul nascere.

Ma non è questo l’unico motivo. Diciamolo fuori dai denti: quale imprenditore serio investirebbe oggi nell’Ancona, una società allo sbando, con poca chiarezza sull’ammontare effettivo dei debiti e gestita da persone quanto meno discutibili? Senza contare una penalizzazione certa per questa stagione e, con tutta probabilità, anche per la prossima? Nessuno.
Il rischio che si debba iniziare a pensare ad un’altra rinascita simile a quella del 2010 è piuttosto elevato. Se la piazza vuole il bene di questi colori, più volte violentati ed abusati nelle ultime due stagioni, è bene che si muova subito.
Grande o piccola imprenditoria, Amministrazione comunale, chiunque insomma possa o voglia dare una mano per non far morire il calcio dorico, deve impegnarsi e mettersi in moto ora. Purché non si sieda allo stesso tavolo dell’attuale proprietà.