Londra – Gianmarco Tamberi non ce l’ha fatta. Il suo sogno di guadagnare la finale mondiale di salto in alto si è fermato a quota 2,29 – misura ottenuta al secondo tentativo – quando l’ammissione diretta alla finale era fissata a 2,31.
Un risultato comunque buono per lui, che gli vale il personal best stagionale. Ma non è stato sufficiente, per un soffio. I precedenti salti a quota 2,22 e 2,26 Gimbo li ha superati entrambi al secondo balzo. Sarebbe bastato scavalcare l’asticella al primo tentativo in una di quelle due misure per garantirsi la finale.

La delusione per il marchigiano è stata enorme. Ha versato lacrime amare a bordo pedana prima di riuscire a parlare per una prima disamina a caldo. «Mi dispiace – è riuscito a dire con in faccia la tensione per la mancata qualificazione – non soltanto per me o per mio padre (il suo allenatore, ndr), ma anche per tutte quelle persone che hanno creduto in me e mi hanno accompagnato e sostenuto nell’arco di questo ultimo anno».
Poco più di un anno infatti è passato dal 15 luglio 2016 quando Gimbo s’infortunò seriamente al tallone del piede d’appoggio durante il meeting di Montecarlo. Un anno tribolato, fatto di due interventi chirurgici prima, poi sofferenze e duro lavoro per poter tornare a gareggiare, come lui stesso aveva ricordato in conferenza stampa due giorni fa: «Il 16 luglio, il giorno successivo all’infortunio, ho capito che il mio sogno olimpico si era infranto. Da lì ho ricominciato da capo, da zero, con in testa il Mondiale di Londra, ed è stato un percorso durissimo, pieno di alti e bassi. Mi sono aggrappato ai miei sogni – ha raccontato – anche se in molti momenti, lo ammetto, è stata durissima non arrendersi».

Non ce l’ha fatta Tamberi a coronare quel sogno inseguito per un anno. A Londra 2017 Gimbo, il recordman italiano assoluto, il campione del mondo indoor e d’Europa era arrivato carico di energia e motivazione. «Non sono venuto qui per fare presenza – aveva dichiarato in conferenza stampa – io voglio una medaglia. Finora non l’ho mai fatto, ma è arrivato il momento di espormi. Sarà durissima, sarà un’impresa, ma quello che mi ha portato fin qui è l’idea di salire sul podio. Ci ho creduto sempre, anche quando ero lontanissimo dal tornare in pedana, mi sono forzato a rimanere a dieta quando ancora avevo le stampelle. E ora non sto nella pelle».
Ce l’ha messa tutta Tamberi questa mattina sulla pedana del salto in alto dello stadio londinese, mancando l’obiettivo della finale per un soffio. «Non mi sento di dover chiedere scusa – ha detto ai cronisti – perché ho dato tutto quello che avevo. Ho passato gli ultimi 365 giorni a lavorare per questa gara. Ho passato le ultime tre notti a rivivere ognuno di quei giorni, la mole incredibile di lavoro fatto. Mi dispiace. So di valere ancora certe misure, e vi garantisco che tornerò a saltare ai miei livelli già questo inverno».