Ancona – Per Gianmarco Tamberi il nuovo anno si era aperto con il sole del Sudafrica e il primo salto. Tanto atteso dopo l’infortunio alla caviglia sinistra di metà luglio a Montecarlo che gli aveva spezzato il sogno olimpico di Rio.

A distanza di una ventina giorni dal raduno al caldo di Stellebosch, svolto assieme alla collega nel salto in alto Alessia Trost e al papà coach Marco, da dove è tornato da pochi giorni, tornano le nuvole nel cielo personale di Tamberi. Perché, molto probabilmente, il campione del mondo di salto in alto indoor dovrà tornare sotto i ferri. Come sembra lontano l’inizio del 2016 quando Gimbo volava tra vittorie e record.
«Si quasi sicuramente dovrò operarmi di nuovo – dice il finanziere di Offagna, classe 1992 – Purtroppo ho un ossicino staccato nella parte posteriore del piede. Si chiama os trigonum, non serve a niente e non ce l’hanno tutti. Si sono accorti ora. Mi limita molto, perché mi da dolore, fastidio».
Farà altri consulti prima di decidere se finire di nuovo sotto i ferri?
«Sì, la prossima settimana. Non è ancora detto al 100% che dovrò operarmi, ma molto probabilmente si. Mi consulterò con i migliori specialisti italiani in artroscopia per decidere il da farsi e per capire quale sarà la soluzione migliore».
Un problema evidenziato da un esame a cui si è sottoposto giovedì.
Ma da quanto tempo sente dolore?
«Da vari mesi, da quando mi hanno tolto il gesso. L’hanno scoperto con una risonanza magnetica fatta all’ospedale San Matteo di Pavia dove mi sono operato a luglio dal dottor Benazzo. Non c’entra niente con l’altra operazione alla caviglia infortunata che è riuscita completamente. Anzi, ringrazio tutti coloro che mi sono stati finora vicini. Anche i tifosi. Il loro affetto non manca mai. Anche se ho perso parecchio tempo».

Il suo grande obiettivo saranno i mondiali di Londra ad agosto. Rimarranno solo un sogno?
«Non lo so. I tempi ci potrebbero ancora essere, la condizione un po’ meno. Certo la strada si complica, anche se sarà tutt’altra operazione rispetto a quella precedente. Durerà una quarantina di minuti. Potrò tornare a correre dopo un mese».
Lo rifarebbe quel salto fatto a Montecarlo e che gli è “costata” la caviglia sinistra?
«Quel salto lo rifarei e lo rifarò. È il mio modo di gareggiare. Il mio modo di essere».
Il ricordo invece del primo salto dell’anno in Sudafrica a Capodanno?
«Veramente bello. Volevo poter fare un accenno di stacco. Testare la caviglia, cercando comunque come ho sempre fatto in questi mesi di non affrettare i tempi. E l’ho fatto pure per cercare di aprire al meglio il nuovo anno».
Che dovrà regalare soddisfazioni al Gimbo nazionale, anzi mondiale, anche se la strada per il recordman è ancora in salita. In attesa su richiesta proprio di Tamberi e del padre allenatore Marco, il medico federale, professor Andrea Billi, ha disposto un consulto per venerdì 27 gennaio a Roma, presso l’Istituto di Medicina dello sport, alla presenza, tra gli altri, degli specialisti in chirurgia artroscopica della caviglia Francesco Allegra, Francesco Lioi, e Raul Zini, oltre che del Direttore dell’Istituto, prof. Antonio Spataro.