Ancona – «Non sono cifre astronomiche, chi vuole salvare l’Ancona deve investire circa 400mila euro visti gli accordi con i calciatori». Questa, l’affermazione dell’a.d. biancorosso David Miani, che si è concesso ad una lunga intervista radio. Non solo, l’ex paladino del calcio etico ha dichiarato che: «Di Nicola si è palesato come parte attiva della società a febbraio, prima non mi ero accorto di nulla. Non l’ho denunciato perché non è nel mio stile (e tanti saluti all’etica di cui sopra, ndr.), a differenza dei calciatori che dopo aver trattato un premio salvezza con lui si sono rivolti alla Procura Federale».

Ecco, a Miani forse sfugge che il comportamento da tenere per i tesserati è proprio questo: denunciare agli organi competenti l’eventuale presenza all’interno di un club di personaggi squalificati. Su Di Nicola pende un’inibizione di 12 anni e 7 mesi per tre diverse condanne nell’ambito dei vari filoni del calcioscommesse.
Presenza abbastanza scomoda, quindi. Non è credibile Miani quando dice che si è accorto del ruolo dell’ex ds de L’Aquila soltanto a febbraio, perché Di Nicola si era palesato al Del Conero già a novembre, in occasione delle due partite di Coppa Italia con Fano e Maceratese, rilasciando anche interviste che lasciavano pochi dubbi sul suo ruolo.
Non solo: il finto consulente esterno ha seguito la squadra a San Benedetto ed in diverse occasioni anche agli allenamenti svolti sui campi di Offagna ed Osimo Stazione, improntando il mercato in prima persona come dimostrano diverse sue dichiarazioni (celeberrima è la frase: «a fine mercato tutti vorranno venire da noi e sarà l’Ancona a scegliere»).

Il nostro giornale, peraltro, ha praticamente subito smascherato Di Nicola e non siamo stati i soli. Dov’era Miani quando accadevano queste cose? Come può pensare di avere credibilità dopo tutto quello che è successo? Come può pretendere di far passare il messaggio dei 400mila euro per salvare l’Ancona?
I debiti sono almeno il triplo, tra parte sportiva, erario e fornitori. I debiti sportivi sono quelli più impellenti, da saldare entro la fine di giugno per poter sperare di iscriversi almeno in serie D: in soldoni, servono 800mila euro entro fine mese (perché gli accordi sulla parola di Miani senza i soldi per le buonuscite valgono carta straccia), da certificare con la presentazione di una fidejussione, e stavolta non ci sarà Andrea Marinelli a fare da garante.
La sorte dell’Ancona, e del calcio dorico in generale, è appesa a un filo, perché nessuno sembra intenzionato a ricoprire il ruolo del salvatore della Patria. Neanche Schiavoni, che ha esortato Miani a portare i libri in tribunale. E senza l’appoggio di mister Imesa, chi potrà mai avvicinarsi all’Ancona?
Seguo l’Ancona Calcio (allora si chiamava Anconitana) da quando in porta c’era Giubilo (ex Lazio) , i terzini erano Farina (il Rosso) e Monaldi (l’armadio di Porto Recanati).
Purtroppo, siamo caduti troppo in basso perchè le persone che sono passate nella società non erano all’altezza e la città Ancona….stava a guardare conoscendo perfettamente la loro storia.