Castelfidardo – L’Ironman è una delle distanze standard del triathlon, sport caratterizzato dall’insieme di tre discipline: nuoto, ciclismo e corsa. La distanza totale da percorrere è più lunga del Triathlon Olimpico che misura 1.500 m di nuoto, 40 km in bicicletta e 10 km di corsa.
Lo scorso weekend si è svolta a Dubai la prima prova mondiale 2018 dell’Ironman 70.3 che si corre sulle distanza di 1,9 km di nuoto, 90 km. di bicicletta e 21 km di corsa.
Fra gli oltre duemila partecipanti giunti da tutto il mondo, a Dubai c’era anche il fidardense Antonio Restaneo che ha chiuso la prova in 5 ore e 8 minuti.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a Londra dove si trovava per lavoro, e ci siamo fatti raccontare qualcosa di sé e su questo sport che, a nostro avviso, è uno di quelli più impegnativi in assoluto.
Intanto lo presentiamo: Restaneo è un imprenditore di 54 anni titolare di un’azienda a Campocavallo di Osimo che si occupa di elettronica. È un abruzzese trapiantato a Castelfidardo da ormai trent’anni da quando, cioè, ha sposato una ragazza di questo Comune.
Come si arriva a scegliere una disciplina sportiva così impegnativa come l’Ironman? «Per gradi, dopo tanti anni passati a fare sport, scopri l’Ironman, e non lo lasci più. Io ho iniziato quattro anni fa. È come per chi corre le maratone e a un certo punto decide di misurarsi su una 100 km».

Sì, ma qui parliamo di tre discipline diverse, tutte impegnative, da affrontare in una gara unica. «Vero. Occorre una preparazione non indifferente, specialmente alla mia età. Una preparazione non solo fisica ma anche mentale. Specialmente mentale. Dopo che hai nuotato, dopo che hai corso 90 o 180 chilometri in bicicletta, sapendo che ti aspettano altri 20 o 40 chilometri di corsa a piedi, se non hai la giusta preparazione mentale a spingerti è difficile».
Si allena molto? «Dipende dai periodi, 20, 30 ore a settimana. Posso dire che fra nuoto, bici e corsa percorro in media 8.000 chilometri l’anno».
Complimenti. Vuol proprio farci morire d’invidia. E come concilia sport e lavoro? «Tenendo le due cose separate. Quando lavoro, penso al lavoro. Quando ho una gara, mi concentro su quella. Pianifico la mia stagione, mi alleno. E ho scoperto che la forza mentale che occorre nell’Ironman mi aiuta molto anche sul lavoro. Sono diventato più calmo, più riflessivo. I problemi li affronto in prospettiva».
Quale consiglio darebbe a chi volesse approcciare la disciplina? «Intanto mi fa piacere dire che i praticanti del triathlon sono in costante aumento. Anche qui da noi. Il consiglio è quello di non lasciare le cose al caso. Occorre molta disciplina, sia mentale che fisica. Controlli periodici del proprio fisico, un’alimentazione studiata ad hoc, e una seria pianificazione dell’allenamento e delle gare».
Insomma, non si scherza con l’Ironman. Salutiamo Restaneo, gli rinnoviamo i complimenti e gli diamo appuntamento per le prossime gare (in Germania, in Texas e in Svizzera), che lo vedranno sicuro protagonista.