Camerano. Metà novembre. In quei giorni erano fissati i termini per la fine dei lavori del primo stralcio – 460 mila euro per nuova gradinata, nuovi locali di primo soccorso, bagni, biglietteria, recinzione, torri faro – di ristrutturazione e risanamento dell’impianto sportivo di calcio Montenovo.

Ma, ad oggi, la società che gestisce l’impianto, il Camerano Calcio, non ha le “chiavi” del sito sportivo. Le partite da settembre si giocano a porte chiuse e in genere la squadra del Camerano, che milita nel campionato di Eccellenza, gioca in altri impianti limitrofi come ad esempio quello della Stazione di Osimo. Tutto questo, perché il nuovo locale adibito a primo soccorso ha bisogno di ulteriori lavori, e la nuova recinzione dal lato spogliatoi e discesa in campo di giocatori e addetti ha un piccolo difetto, quello di non separare affatto il pubblico da chi scende o sale le scale per entrare in campo.
Insomma, disguidi progettuali e di realizzazione di un progetto sul quale spesso è intervenuto a livello istituzionale il capogruppo di Operazione Futuro Lorenzo Rabini che anche l’altra sera in Consiglio Comunale ha chiesto ulteriori spiegazioni sul ritardo della consegna dell’impianto a lavori definitivamente chiusi.

“È incredibile questa vicenda dei lavori del primo stralcio alla stadio comunale – dichiara Rabini – non solo perché non ci siamo con il rispetto dei tempi, ma addirittura in Consiglio Comunale ci è stata proposta qualche mese fa una variazione di bilancio proprio perché la ditta era in anticipo con i lavori e si era quasi nella fase conclusiva. Ma che tutto non andasse bene era evidente – continua Rabini – bastava osservare quella “gabbia” di nuove recinzioni che non garantiva affatto la separazione tra il pubblico e la scalinata che porta in campo le squadre”.
Insomma, un lavoro fatto per garantire la sicurezza che terminava con l’assenza proprio della sicurezza!
“Va ricordato all’Amministrazione – rincara la dose Rabini – che c’è una parte della nuova gradinata, senza gradoni, che in pratica è un campo aperto, con terra e sassi che spero non venga lasciata così”.
Il crono-programma per arrivare alla consegna dell’opera al gestore, prevede la redazione di una variante da parte degli uffici, due settimane di lavoro per la sua esecuzione, il successivo collaudo e poi, dulcis in fundo, la verifica della Commissione di Vigilanza.
“Insomma, date certe per la consegna vera dell’impianto alla società che lo gestisce non ne abbiamo – conclude Rabini – Senza dimenticare che nella primavera 2019 partiranno i lavori del secondo stralcio: 222 mila euro per torri faro e rifacimento recinzione lato ovest, sempre nello stesso impianto”.
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