17 Ago Ancona calcio – Il cavaliere armato disarcionato dagli ultras
La Curva Nord ha bocciato l’ultimo tentativo di salvataggio dell’avvocato Mondini
Ancona – Stavolta è davvero finita, l’Ancona, già ferita gravemente da Miani e company, è morta. Non ci sarà nessuna squadra biancorossa col cavaliere armato sul petto la prossima stagione. Dopo la rinuncia della scorsa settimana di Sergio Schiavoni e Stefano Marconi, oggi si è arreso anche l’avvocato Lorenzo Mondini, che aveva manifestato l’intenzione di far ripartire il club dorico dalla Prima Categoria, la massima serie possibile secondo il parere della Figc.
E questa volta a fermare il tentativo di Mondini sono stati gli ultras, con un comunicato indirizzato all’avvocato dove gli hanno ribadito che non avrebbero appoggiato e seguito il suo progetto, definito: “un salto nel buio”.
«Ringrazio Curva Nord per la sincerità e per la disponibilità dimostrata – afferma Lorenzo Mondini – la decisione degli ultras non riguarda la mia persona e neppure il campionato di Prima Categoria, semplicemente, non se la sentono di buttarsi in questa nuova avventura dopo gli ultimi due anni molto dispendiosi. Ovviamente – sottolinea Mondini – senza il consenso dei tifosi il mio progetto non può continuare».
C’è molta delusione nelle parole dell’avvocato, ed un rammarico neppure troppo velato verso chi poteva dare una mano e non ha mosso un dito: «È un vero peccato – continua – perché nessuno ad Ancona mi ha aiutato, tranne qualche sponsor come Cecconi. Oggi sarei andato a parlare con il sindaco di Falconara, Brandoni, per vedere di giocare le partite interne al “Roccheggiani”, viste le difficoltà nel poter usare il “Del Conero”. Ma ormai è tutto inutile, l’Ancona calcio sparisce così».
Il tentativo di Mondini è stato lodevole, ma è sintomatico della situazione che regna in città, ed è singolare che l’unica speranza di poter avere ancora una squadra da tifare e seguire fosse un progetto di un avvocato falconarese, partito per tentare l’iscrizione in Eccellenza e finito per cause di forza maggiore a parlare di Prima Categoria.
Nessun imprenditore si è preso la responsabilità di non far morire l’Ancona, senza parlare del compitino portato a casa dalle istituzioni che si sono limitate a dettare regole e condizioni: il paragone con altre piazze dove la squadra è fallita a giugno, vedi Latina, Mantova e Como è assolutamente imbarazzante.
I sindaci di quelle piazze si sono mossi in prima persona per dare un futuro al calcio cittadino, a differenza di Ancona dove oltre ad una teorica disponibilità per il “Del Conero” e l’area antistante non si è andati.
Da Palazzo del Popolo fanno sapere che nessun industriale si è realmente interessato alle sorti dell’Ancona; in caso contrario, hanno lasciato intendere, avrebbe trovato porte aperte.
Dunque, finisce qui. Quello di Mondini era l’unico e ultimo tentativo. Inutile aggrapparsi ad illusioni impossibili. La stagione 2017/2018 si giocherà senza l’Ancona, cancellata da ogni tabellone.