13 Lug Ancona 1905 – Un deserto chiamato Miani
Un’iscrizione fasulla alla serie D e un Del Conero in stato d’abbandono: l’Ad ha fatto terra bruciata intorno a sé
Ancona – David Miani ha inoltrato la domanda d’iscrizione alla serie D entro i termini prestabiliti, ma senza allegare nessun documento richiesto: né la fideiussione da 31mila euro, né la tassa di 16 mila, né tantomeno l’attestato pagamento degli stipendi e contributi fino al 30 aprile, nonché lo stipendio netto di giugno più i premi ed il fondo di garanzia per i giocatori.
Con un simile quadro, cosa succederà all’Ancona? Verrà sicuramente bocciata dalla Co.Vi.So.D. il 24 luglio poi, entro il 26, potrà fare ricorso, che verrà discusso verso la fine del mese. Ma è fin troppo ovvio che al ricorso andranno allegati tutti i pagamenti di cui sopra, altrimenti il club dorico verrà escluso dalla serie D.
Ad oggi Miani non ha provveduto a saldare nulla del dovuto ai tesserati, nonostante abbia fatto sapere che due misteriosi sponsor siano pronti a versare circa 250mila euro nelle casse della società per permettergli l’iscrizione: sarà la solita sparata oppure un fondo di verità stavolta c’è?
In tutta franchezza credere a Miani è difficile, visto quello che ha combinato e dichiarato fin qui; senza contare che la cifra dei mister X del momento servirebbe a coprire circa la metà del debito sportivo: l’Ancona, grazie a Marinelli, è arrivata a pagare gli stipendi di febbraio e visto che ogni mese la spesa è di circa 150 mila euro lordi, in virtù di quello che abbiamo scritto sopra servirebbero almeno 600 mila euro. Subito!
Inutile pensare ad eventuali crediti che l’Ancona potrebbe vantare dalla Lega Pro che, se venissero elargiti, lo sarebbero soltanto in un secondo momento. Ammesso e non concesso che il club dorico, retrocesso ed inadempiente, ne abbia davvero titolo.
Una cosa è certa: non saranno gli imprenditori locali guidati da Sergio Schiavoni a salvare Miani e tutta la baracca. Mister Imesa è stato chiaro, i debiti sono ingenti e non ha nessuna intenzione di coprirli, né lui né i suoi colleghi d’impresa. Semmai si potrà ragionare su una ripartenza da zero, forse dall’Eccellenza, con un nuova società.
Gli ultras da questo orecchio non ci sentono, e dopo il comunicato di qualche settimana fa nella notte hanno attaccato uno striscione al Passetto, davanti al Monumento ai Caduti: “l’Us Ancona 1905 unico patrimonio e storia da salvare, imprenditori è ora dei fatti basta parlare!”
Un appello chiaro, destinato però a cadere nel vuoto. La Curva Nord, dal canto suo, è decisa a non seguire nessuna nuova Ancona. Nel caso che la società di Miani e Di Nicola sparisca si prospetta un bel braccio di ferro.
In questo quadro così poco idilliaco, è spuntato dal nulla l’imprenditore romano Gianluca Ius, già vicino all’Ancona nell’autunno del 2015: al tempo Ius fece un’offerta a David Miani che la rifiutò proponendogli in alternativa una sponsorizzazione che non andò in porto, non senza polemiche da entrambe le parti.
Negli ultimi due anni Ius ha vissuto qualche disavventura: arrestato e rilasciato (ma ancora indagato), dalla Guardia di Finanza per una storia di false fatturazioni e truffa ai danni dello Stato; è stato il presidente del Foligno fino a dicembre scorso, quando per lui si sono aperte le porte di Regina Coeli.
Il club umbro a gennaio è stato radiato dalla Figc per infiltrazioni mafiose. Ora, Ius sembrerebbe voglioso di tornare alla carica, anche se oltre ad una chiacchierata con l’avvocato Prioreschi non si è spinto. Si dice pronto a coprire il debito sportivo dell’Ancona, ma che per tuffarsi nell’avventura avrebbe bisogno del solito appoggio dell’imprenditoria locale. Una storia già sentita.
In attesa di ulteriori sviluppi, continuano gli allenamenti dei baby biancorossi agli ordini di Marco Arno al Del Conero, ormai trasformato in un deposito per pulmini, abbandonato alla sporcizia e senza elettricità. All’inizio del raduno erano in 19, oggi sono scesi a 14: ormai non ci credono più nemmeno loro!