Jesi, 27 dicembre 2021 – “La distribuzione per conto (DPC) è un percorso che permette al paziente di ritirare nelle farmacie aperte al pubblico i farmaci in confezione ospedaliera, pertanto al di fuori del monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata.
Le regole di prescrizione attualmente in vigore prevedono per il medico di utilizzare per il percorso DPC una ricetta rossa del Servizio Sanitario regionale senza l’obbligo del piano terapeutico ed a sua discrezione, in base alla sua conoscenza della situazione sanitaria del paziente.
Il farmacista è tenuto a consegnare in DPC il farmaco nella confezione ospedaliera in quel momento disponibile (brand o equivalente), senza richiedere il pagamento al paziente. Generalmente è richiesta una prenotazione in quanto il farmaco viene ritirato presso la farmacia ospedaliera. Ma qui sorge il problema”.

Quanto sopra è stato trasmesso in premessa in redazione dallo jesino Francesco Maria Filipponi. Uno spunto d’indagine, il suo, di cui ha informato in parallelo il dottor Luigi Patregnani responsabile del Farmaco della Regione Marche.
«Alcune farmacie sembrerebbero quantomeno perplesse di dover consegnare i farmaci in DPC – spiega Filipponi entrando nel merito della sua indagine – accampando la non conoscenza del regolamento che permette di ritirare il farmaco con semplice ricetta rossa».
«Il sospetto – continua lo jesino – è che i farmacisti preferiscano vendere farmaci al di fuori del DPC perché in questo modo realizzano guadagni superiori, o che l’ordinazione risulti meno complicata».
Se la legge esiste, e la vendita di certi farmaci regolamentata – non solo gli psicofarmaci ma probabilmente anche altre categorie di farmaci che seguono le stesse direttive – forse sarebbe opportuno che chi è preposto a vigilare sull’osservanza delle regole faccia il suo dovere andando a verificare negli studi medici e nelle farmacie il rispetto e la conoscenza delle stesse.
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