04 Feb Cannabis terapeutica: nelle Marche l’accesso alle cure è ancora negato
Le associazioni Luca Coscioni Radicali Marche, Yuopolis Marche e DiSanaPianta, chiedono con forza alla Regione: “un sussulto di dignità, un atto lungimirante e di coraggio, un filo di compassione e risposte urgenti ai pazienti marchigiani”
Ancona – Dopo che il 1 agosto 2017 il Consiglio regionale delle Marche aveva approvato una nuova legge sull’uso terapeutico della Cannabis, e dopo che le associazioni Luca Coscioni, Radicali Marche, Yuopolis Marche e DiSanaPianta avevano dato il loro contributo alla stesura della legge, sembrava non ci fossero ulteriori intoppi al pieno accesso dei malati alle cure con i medicinali cannabinoidi.
Invece, pare non sia andata così. Lo dichiarano le stesse associazioni con un comunicato congiunto: «Purtroppo – scrivono – la delusione è grande, le linee guida approvate dalla Giunta regionale delle Marche, diversamente da quello che prevede la legge, limita di molto l’accesso alle cure con i cannabinoidi, sia perché restringe le patologie previste, sia perché delimita i soggetti che possono prescrivere il percorso terapeutico, sia perché non ha previsto la possibilità di attivare delle coltivazioni sperimentali di cannabis ad uso terapeutico, passo fondamentale per garantire terapie e continuità’ di cura!»
La legge regionale in questione, prevede la possibilità di attivare progetti pilota e coltivazioni sperimentali in collaborazione con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, e con le Università marchigiane ed i soggetti interessati. Ultimamente, c’è una carenza di disponibilità sul mercato internazionale della cannabis terapeutica, e lo stesso Stabilimento farmaceutico di Firenze ha una produzione insufficiente per coprire il fabbisogno nazionale.
Una carenza che ha prodotto l’emissione di un bando per la fornitura di 100 kg di cannabis terapeutica, vinto da un’azienda canadese!
«Siamo al punto – sostengono le quattro associazioni – nel quale il sacrosanto diritto alla salute costituzionalmente garantito, nelle Marche è nei fatti ancora negato».
Ma perché, si domandano in sostanza, anche quando la scienza medica indica valide soluzioni per la cura di varie patologie, i malati non possono accedere a queste cure e devono soffrire inutilmente a causa dell’indifferenza e della inettitudine dei politici e delle istituzioni sanitarie delle Marche?
«Sarà’ solo inettitudine e mancanza di consapevolezza?» Concludono, chiedendo alla Regione Marche, con forza: «un sussulto di dignità, un atto lungimirante e di coraggio, un filo di compassione e risposte urgenti ai pazienti marchigiani ed al loro diritto alle cure attraverso un pieno accesso alla cannabis terapeutica».