08 Ago Autonomia differenziata in sanità: un fallimento annunciato
Cosa ci fa presumere che i LEP (Livelli Essenziali di Prestazioni) riusciranno ove i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) hanno fallito?
Camerano, 8 agosto 2024 – Il regionalismo differenziato trova la sua base giuridica nell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione italiana. Questo articolo prevede la possibilità di attribuire forme particolari di autonomia sia per le materie a legislazione concorrente (quelle dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione), sia per alcune materie di competenza esclusiva statale. In totale, sono coinvolte ben 23 materie.
Praticamente l’autonomia differenziata consiste nel fatto di ricevere indietro dallo stato una parte delle tasse pagate dai propri cittadini per le materie su cui c’è l’accordo stato-regione sull’autonomia differenziata (es. commercio con l’estero). Per le materie vincolate ai LEP, tra cui la tutela della salute, prima che una sola regione possa ottenere l’autonomia differenziata tutte le regioni italiane debbono garantire i LEP.
Tra le 23 materie trasferibili, 9 non sono vincolate al finanziamento dei LEP, e pertanto immediatamente trasferibili.
I LEP (livelli essenziali delle prestazioni ) devono essere raggiunti in tutte le regioni nelle materie o negli ambiti di cui all’art. 116, terzo comma della Costituzione.
Le principali critiche di carattere generale che vengono fatte all’autonomia differenziata sono:
- Le regioni si trasformerebbero in tanti piccoli staterelli con norme proprie, rendendo difficile l’attività alle aziende che operano su più regioni; a tale proposito si prevede una riduzione del PIL;
- Non sarebbero più possibili le economie di scala come se lo stato comprasse un servizio per tutti;
- Aumenterebbero gli squilibri tra le regioni poiché quelle più ricche potrebbero pagare meglio, ad esempio, i professionisti (insegnanti, professori, medici) diventando poli d’attrazione interregionali e impoverendo le regioni più disagiate.
E in sanità cosa succederà?
A nostro avviso assolutamente nulla perché prima occorrerà realizzare i LEP in tutte le regioni e i LEP assomigliano tantissimo ai LEA, istituiti nel 2001 e mai completamente attuati negli ultimi 23 anni, anzi in corso di peggioramento. Essendo io stato assunto in Riabilitazione nel Sistema Sanitario Regionale appunto nel 2001, ed ero chiamato ad applicare i LEA, ricordo benissimo che il primo effetto dell’implementazione dei LEA fu un taglio col passaggio da convenzionato a pagamento di tutta la terapia fisica (forse qualcuno ricorderà radar, marconi, ecc.). E oggi?
Riportiamo da Quotidiano Sanità che peggiorano i risultati sulle cure essenziali in Italia. Più della metà delle Regioni non garantisce le cure essenziali. Al top Veneto, Emilia-Romagna e Toscana. Flop in Valle d’Aosta, Calabria e Sardegna. È quanto emerge dai primi dati provvisori del Ministero della Salute che fotografano un peggioramento sulla fornitura delle cure essenziali con ben 12 tra regioni e Pa che risultano insufficienti in almeno uno dei tre macro-indicatori (prevenzione-ospedale-territorio) e appena 9 che raggiungono la sufficienza. Un dato in peggioramento rispetto all’anno precedente.
Nel 2022 appena 9 regioni su 21 le garantiscono a pieno. Sono ben 12 (erano solo 7 nel 2021) tra regioni e Pa che non riescono ad essere sufficienti in tutte e tre le macroaree prevenzione-ospedale-territorio). Al top troviamo il Veneto, seguito da Emilia-Romagna e Toscana. Bene anche Lombardia e Pa Trento. Flop in Valle d’Aosta, Calabria e Sardegna. Sono i dati (ancora provvisori) del Ministero della Salute che sono stati presentati in audizione in Senato dalla Direzione Programmazione.
Nel 2022 le Regioni che presentano un punteggio inferiore alla soglia in una o più macroaree sono:
- in una macro-area: Bolzano (Prevenzione), Liguria (Prevenzione), Lazio (Prevenzione), Abruzzo (Prevenzione), Molise (Prevenzione),
- in due macro-aree: Piemonte (Distrettuale, Ospedaliera) Campania (Prevenzione, Distrettuale), Basilicata (Distrettuale, Ospedaliera) Calabria (Prevenzione, Distrettuale), Sicilia (Prevenzione, Distrettuale), Sardegna (Prevenzione, Distrettuale);
- in tre macro-aree: Valle d’Aosta.
Cosa ci fa credere che in sanità quello che non si è riuscito a fare in 23 anni possa adesso essere fatto usando gli stessi strumenti (i LEP sono sostanzialmente uguali ai LEA datati 2001)?
C’è anzi l’evidenza che le cose stiano peggiorando, parlando di sanità e in riferimento ai LEA.
Purtroppo, nel nostro paese c’è un vizio atavico: fare una nuova riforma senza che quella precedente sia stata completata, senza dare spiegazioni o neppure cercare le ragioni della mancata attuazione, ricadendo per forza negli stessi errori.
Di questa riforma in questo momento storico non si vedeva proprio la necessità.