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Vivi Camerano entra nel merito dell’accoglienza ai profughi extracomunitari

“Una scelta superficiale e avventata”

Camerano – Torna a far parlare di sé il progetto Sprar – il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati – dopo che il sindaco Del Bello ne aveva rivelato l’adesione da parte del Comune nell’ultimo Consiglio. Una ventina i profughi accolti in città, aveva informato la prima cittadina.

«Siamo assolutamente contrari» aveva dichiarato nell’immediato il capogruppo di Operazione Futuro Lorenzo Rabini, aggiungendo: «mi sembra evidente ed ormai acclarato che questa progettualità di inserimento degli extracomunitari, non ha trovato affatto il consenso delle popolazioni e delle realtà locali; anzi, spesso sono sfociate tensioni locali che hanno esacerbato ed esasperato le condizioni di vita dei residenti».

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Oggi, a tornare sul tema è la lista civica di minoranza Vivi Camerano (all’annuncio del sindaco, in sede di Consiglio, s’era detta favorevole in linea di principio alla scelta per bocca del suo capogruppo Riccardo Picciafuoco, ndr). Un ripensamento? Probabilmente un’analisi più approfondita.

In un comunicato, Vivi Camerano s’interroga: “Sprar si o no? Non crediamo sia la domanda giusta…”. Ecco il testo integrale.

“Sulla questione SPRAR “Vivi Camerano” non intende restare in silenzio. La questione, però, è complessa e delicata e non può essere affrontata in maniera semplicistica o allarmistica, come abbiamo visto fare nei giorni scorsi dalla maggioranza e dall’opposizione. Siamo convinti che, come amministratori, non possiamo dividerci semplicemente tra favorevoli e contrari, tra “buoni” e “cattivi”.

La nostra obiezione è, innanzitutto, un’obiezione di metodo, per una scelta che ci sembra superficiale e avventata per i seguenti motivi:

  • Nessun accenno della scelta di aderire al progetto SPRAR è stato fatto dall’amministrazione nel corso dei vari incontri per la presentazione del cosiddetto “bilancio partecipato”. Offrire alla comunità un’informazione chiara e precisa su tale scelta avrebbe certamente consentito un approccio più sereno da parte di tutti, evitando il diffondersi di paure e risposte emotive che possono essere facilmente strumentalizzate politicamente, come nel caso della proposta da parte di “Camerano Operazione Futuro” di indire un referendum consultivo – referendum, per inciso, non realizzabile in quanto non è stato mai approvato il Regolamento attuativo richiesto dallo Statuto Comunale all’art. 40 comma 3.
  • Se l’obiettivo è quello di rendere Camerano una comunità accogliente, la scelta dell’accoglienza non può essere imposta dall’alto, né dalla Prefettura né tantomeno dall’Amministrazione. Una comunità accogliente va costruita attraverso percorsi di educazione all’interculturalità e di condivisione di valori e di scelte. L’amministrazione comunale, invece, non ha messo i suoi cittadini in grado di poter partecipare all’assunzione responsabile di una scelta così importante.
Riccardo Picciafuoco, capogruppo e consigliere di Vivi Camerano

Riccardo Picciafuoco, capogruppo di Vivi Camerano

“Vivi Camerano” crede che il diritto alla condivisione delle scelte, alla partecipazione, alla trasparenza e alla corretta informazione siano diritti inderogabili dei cittadini! L’attenzione alla persona di cui tanto l’amministrazione si vanta, non può che passare, in primo luogo, per una sincera attenzione alle esigenze degli abitanti di Camerano.

A queste obiezioni di metodo aggiungiamo, poi, obiezioni di merito. Nonostante, infatti, la legge 189/2002 (cosiddetta “Bossi-Fini”) lo preveda, l’amministrazione comunale non ha presentato alcun progetto concreto in base al quale realizzare un’accoglienza che vada oltre la semplice ospitalità e abbia come obiettivo la piena integrazione. L’assenza di un progetto, oltre a indebolire l’integrazione sociale e culturale, espone al rischio che si infiltrino organizzazioni dalla gestione poco trasparente. Ci sembra, pertanto, indispensabile che ogni eventuale adesione al progetto SPRAR avvenga sulla base di un progetto organico e dettagliato di ambito intercomunale, concertato con le associazioni di volontariato del territorio.

Aggiungiamo, poi, le nostre preoccupazioni per una situazione sociale che a Camerano presenta già da sé evidenti difficoltà che l’amministrazione fa fatica a gestire. In sede di discussione di bilancio la Sindaca stessa ha dichiarato la presenza di famiglie in difficoltà che non riescono a far fronte ai propri bisogni essenziali in maniera autonoma. Inoltre l’amministrazione non riesce a trovare risorse finanziare per restituire una sede dignitosa al Centro Sociale San Germano o alla Croce Gialla. Ci chiediamo, allora, come potrà gestire la serie complessa dei servizi collaterali richiesti dall’adesione allo SPRAR (inserimento scolastico, supporto linguistico, assistenza sanitaria, etc.) un’amministrazione comunale che non riesce a garantire ai propri cittadini gli standard di base per i servizi sociali?»

 

redazionale

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