03 Nov Terremoto: non basta fare (poco), occorre comunicarlo alla popolazione
Sirolo. Ultimo consiglio comunale convocato in piena crisi sismica; oltre alle solite richieste di ratifica di atti della giunta e di variazioni al bilancio preventivo, che la dicono lunga sulla volontà di evitare una programmazione seria e trasparente delle attività del Comune , nessun cenno all’emergenza che ci coinvolge.
Abbiamo subito chiesto al Sindaco se è stato predisposto un modello di intervento e attivate tutte le azioni necessarie a salvaguardare prioritariamente l’incolumità delle persone; se sia stato attivo un piano di gestione che permetta di ridurre i rischi, quali le procedure operative e le possibili azioni ; se è stato stabilito un servizio, una struttura, un recapito al quale rivolgersi per informazioni .
Abbiamo chiesto inoltre, visto che il piano di emergenza di Sirolo risale ai primi anni ’80, quali siano le aree logistiche per accogliere i mezzi di soccorso, le aree di attesa, di accoglienza e ricovero per le persone in casi di emergenza.
La risposta è stata: «il piano è vecchio, ma lo stiamo aggiornando».
L’ abbiamo informato che l’area di aggregazione prevista per i sirolesi in caso di emergenze, un tempo area aperta, ora è occupata da una (brutta) palestra…. «Non importa – dice il sindaco – se non trovano un campo aperto, entreranno nella palestra».
Abbiamo chiesto di far conoscere alla popolazione, con ogni mezzo, le azioni in atto e previste. Ci è stato risposto che … provvederanno. Così non va, non basta fare, occorre comunicarlo alla popolazione in modo trasparente, tempestivo. In un momento tanto drammatico anche la comunicazione va organizzata prima che scoppi l’emergenza. Per poter intervenire velocemente e in modo coordinato, la popolazione deve sapere che fare e che cosa si sta facendo durante una crisi.
È ormai chiaro da tempo che cittadini formati all’emergenza non rimangono disarmati ed inermi di fronte al pericolo, si sentono più partecipi e responsabili di se stessi e degli altri, creano rapporti e collaborazioni, attivano meccanismi di solidarietà. Tutto questo va organizzato da subito. Il Comune deve predisporre strutture e servizi, definire i ruoli e, soprattutto, creare rapporti e scambi tra istituzioni per la sicurezza e per rafforzare la rete sociale.
Tutti i soggetti impegnati a vario titolo nella gestione di emergenze che già operano a stretto contatto con le persone, devono essere coinvolti e, soprattutto, coordinati al più presto . Penso a tutti quei soggetti che , operando con grande generosità , già colmano enormi lacune: operatori sanitari e sociali, volontari, insegnanti, gruppi di interesse, associazioni, parroci, Pro loco.
Nell’emergenza il comune deve mantenere costantemente viva la comunicazione con il cittadino e questo non avviene. I sirolesi vogliono essere coinvolti e in questo momento non hanno alcuna informazione certa dal proprio Comune; hanno paura e la paura genera incertezza e mancanza di controllo . Comunicare, dare conto della propria attività è un dovere per l’ente locale più vicino al cittadino, che deve avere certezze e serenità.
di Alberta Ciarmatori – Sirolo con noi