Sirolo 6 febbraio 2019 – Nell’ultimo Consiglio comunale, nel Piano delle alienazioni, è saltata di nuovo fuori la vendita di “un locale commerciale in Piazza Vittorio Veneto“. Il locale commerciale in questione è l’ex Chiesa del SS Sacramento con il bellissimo portale antico che si affaccia sulla piazza principale di Sirolo.
«Non ci sono parole – sbotta sull’argomento Alberta Ciarmatori, consigliera comunale e capogruppo di Sirolo con Noi – l’Amministrazione è tornata scelleratamente sui suoi passi dopo uno stop strategico per calmare le acque. E i cittadini sono sempre più indignati!»

La Ciarmatori, a nostro beneficio, rifà la storia travagliata dei fatti riferiti alla Chiesa:
- un’antica chiesa, quella del Sacramento, donata all’ex Opera pia Ospedale San Michele per fini sociali, affacciata sulla piazza principale di Sirolo;
- un’ attività commerciale al suo interno, in evidente contrasto con la facciata originaria e il portale del XVI secolo, sormontato da una lastra con Madonna e Bambino di probabile scuola cinquecentesca, vincolato per legge;
- un’ attività commerciale che garantisce al Comune un canone di locazione mai adeguato, negli ultimi 20 anni, al reale valore di mercato;
- un sindaco che dice che il bassorilievo è una copia, tentando di screditare la rilevanza storica e culturale dell’edificio, e che mette in vendita il bene, nonostante i voti contrari dell’opposizione al piano di alienazioni del Comune;
- un bando di alienazione privo della necessaria autorizzazione degli organi statali competenti, base d’asta euro 310.500;
- interrogazioni presentate al sindaco, cittadini indignati, centinaia di firme per contrastare la vendita.
- l’asta, scaduta il 23 maggio 2018, è andata deserta e, vista la necessaria riduzione del prezzo in un’ulteriore asta al ribasso, l’amministrazione rinuncia alla vendita.

Questi i fatti. Ma mancano elementi essenziali per comprendere realmente la verità. Perché si voleva vendere? Chi era interessato all’acquisto? Quale il vantaggio per la comunità? Quali erano le prospettive future? Si domanda la capogruppo di Sirolo con Noi.
«Il sindaco difende la sua scelta parlando di marciapiedi, piste ciclabili, eliminazioni di barriere architettoniche. Opere necessarie per un paese civile che vanno prioritariamente previste e realizzate all’inizio dell’attività di un’amministrazione con appositi stanziamenti: non utilizzate come specchio per le allodole a giustificazione di scelte scellerate».
«Al di là delle circostanze, resta il fatto che ancora una volta una amministrazione crede di agire indisturbata nella svendita del patrimonio artistico e culturale di un territorio. Come si può pensare di finanziare opere necessarie per il paese, da tempo richieste dai cittadini, con la vendita di un bene prezioso?»
«Si sostituisce al criterio dell’ interesse culturale quello dell’ interesse commerciale in dispregio , oltre che della “ragionevolezza”, dei sentimenti di una collettività , per non scomodare il diritto europeo che vieta di considerare “merce” i beni culturali».
Queste sopra, le sue risposte. alle quali aggiunge altre domande rivolte al sindaco:
- Che succederà allo scadere del contratto con il privato?
- Che progetti ha il Comune per l’ex Chiesa del Sacramento?
- L’Amministrazione intende ascoltare e rendere partecipi alle future scelte i sirolesi che hanno prontamente reagito al tentativo di privatizzazione – senza spiegazione né condivisione – di un bene a loro tanto caro, simbolo della storia del paese?
redazionale