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Reddito di cittadinanza. Le opposizioni chiedono le dimissioni dell’assessore Marconi

Convocato per domani, giovedì 5 aprile, il Consiglio comunale in seduta speciale

Castelfidardo – È stato convocato in seduta speciale per giovedì 5 aprile alle 18, su richiesta dei tre gruppi di opposizione: Solidarietà Popolare, Pd-Bene in Comune e Uniti per Castelfidardo – Cittadini Attivi, il Consiglio comunale fidardense.

All’ordine del giorno un’interrogazione ed una mozione firmata congiuntamente da tutti e tre i gruppi di minoranza con le quali si chiedono fra l’altro le dimissioni dell’assessore ai Servizi sociali Marconi, responsabile di aver gestito tutto il meccanismo senza vigilare sul suo corretto impiego, e per non aver prontamente reso edotti i componenti del Consiglio comunale.

Castelfidardo – il primo cittadino Roberto Ascani, con la fascia tricolore e il suo vice Andrea Marconi, con deleghe alla Sanità e Servizi sociali

Scopo della forte iniziativa resta quello di avere risposte chiare circa i meccanismi delle borse lavoro (chiamate impropriamente Reddito di cittadinanza), che sulle tasche della collettività pesano per 180 mila euro.

Impensabile per le opposizioni che una cifra così importante venga gestita con superficialità e pressapochismo: «Saremo curiosi di sapere come si sarebbero comportati i grillini – affermano – a parte invertite. Sicuramente avrebbero gridato allo scandalo».

Tutto questo capita dopo che si sono evidenziate alcune gravi storture nel meccanismo messo in piedi dalla maggioranza 5 Stelle, sostengono le opposizioni, culminate in un caso estremo con un licenziamento per far posto al certo più economico reddito di cittadinanza.

Le minoranze contestano il fatto di non aver mai potuto interagire con l’assessore Marconi in merito al regolamento ed alle linee guida. Tutto approvato in Giunta senza neanche il coinvolgimento della Consulta economica, nata proprio per avere un confronto diretto con le realtà produttive del territorio.

Tengono inoltre a ribadire di non essere assolutamente contro le borse lavoro, come le ha correttamente chiamate più volte il sindaco, ma chiedono come mai questa maggioranza continui ad evitare sistematicamente sulle maggiori tematiche il dialogo ed il confronto.

Con l’interrogazione posta al primo punto dell’ordine del giorno, chiedono fra l’altro di conoscere:

  • quanti sono stati i progetti approvati con il primo bando;
  • quante e chi sono le aziende che hanno avuto accesso ai progetti;
  • se tra queste vi siano aziende in situazioni di crisi o cassa integrazione o altra forma di welfare;
  • con quali qualifiche hanno prestato la loro attività le persone delle Borse Lavoro;
  • quante persone al termine della prova sono state assunte a tempo indeterminato;
  • se corrisponde al vero che la Cooperativa che gestisce un servizio comunale abbia usufruito di una borsa lavoro licenziando nel contempo un lavoratore;
  • se in questo caso possa configurarsi un’alterazione della gara effettuata;
  • perché sia stato consentito, nel secondo bando, alle aziende di fare ulteriori Borse lavoro, mentre questo non è stato permesso alle persone.

A seguire, ci sarà la vera discussione con votazione finale sui tre aspetti ritenuti fondamentali dalle minoranze.

È a questo punto che compare la richiesta di dimissioni dell’assessore competente Marconi responsabile di aver gestito nelle segrete stanze l’intero meccanismo.

Le minoranze inoltre, in via cautelativa, chiederanno la sospensione del bando relativo al reddito di cittadinanza per l’anno 2018, fintanto che non si chiariscano i vari aspetti.

Infine, avanzeranno la richiesta di sostituire le “linee guida” del progetto con un regolamento da discutere preventivamente nelle competenti commissioni consiliari, e da approvare successivamente con un passaggio in Consiglio comunale.