Ancona, 9 gennaio 2019 – Il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, sintetizza in quattro punti la sua posizione sul tema decreto sicurezza e immigrazione. Quello, per intenderci, conosciuto come il decreto Salvini che ha portato i sindaci di cinque importanti città, Palermo, Napoli, Firenze, Reggio Calabria e Parma ad opporsi alla sua applicazione.

“L’applicazione del decreto sicurezza e immigrazione pone un serio problema: costringe in clandestinità coloro che fino a ieri godevano di un sistema di protezione specifico, ovvero la protezione umanitaria – spiega La Mancinelli – Quest’istituto scompare con il decreto Salvini, e circa 40.000 persone in tutta Italia finiscono in mezzo alla strada, perché altri diritti di cittadinanza non ne hanno e perché nessuno è in grado ad oggi di garantire loro un rapido rimpatrio. Il pericolo di peggiorare la vita di tutti, delle persone destinatarie del decreto e dei cittadini di molti quartieri, è dunque alto e per questo l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), di cui fanno parte amministrazioni di varia estrazione politica, si sta battendo per cambiare la norma e per trovare con il governo una soluzione sostenibile. Il Comune di Ancona che, lo ricordo, ha votato un ordine del giorno su questo tema, è totalmente d’accordo con l’Anci e partecipa alla battaglia dell’Associazione per cambiare la legge.
Nel frattempo la legge è vigente e un sindaco deve gestirne le conseguenze. Il mio lavoro è anche quello di occuparmi delle persone e per questo provvediamo ai bisogni di tutti, ogni giorno, senza sosta e senza troppi proclami – continua la prima cittadina – Lo facciamo sia dialogando con la Regione, che ha la titolarità sull’assistenza sanitaria, sia con le associazioni e gli operatori del nostro territorio, che oggi formano una rete solida e bene organizzata.
Detto questo chiarisco anche che non ho nessuna intenzione di violare la norma o meglio costringere un funzionario pubblico a farlo. Nessuno mi tiri per la giacca su questo. Perché sarebbe costringere un dipendente pubblico a commettere un reato, mentre il politico si limiterebbe a fare la sua battaglia, appunto politica. Ciò è inaccettabile.
Come sindaco, e come cittadina di questo Paese – conclude la Mancinelli – devo esprimere il mio forte disappunto per l’utilizzo propagandistico, spesso in tutto lo spettro politico, che si fa di un tema complesso, drammatico, a volte tragico, come quello dell’immigrazione. Se stessimo di più sulla sostanza dei problemi, senza disperdere troppe energie, forse qualche strada migliore la troveremmo”.
redazionale