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C’era una volta il raccattapalle

Domenico Citeroni e Maurizio Piana, ma anche Francesco Totti e Phil Foden

Ancona, 18 agosto 2024 – E così da ieri, prima giornata del campionato di serie A, non ci sono più neanche i raccattapalle. Sì, quei ragazzini che da sempre restituivano ai giocatori la palla uscita dal campo. Gli stessi che poi, a cinque minuti dalla fine della partita, se la squadra di casa era in vantaggio, miracolosamente sparivano.

Adesso sono stati sostituiti da coni di plastica, posizionati in punti strategici, da cui i calciatori potranno prendersi il pallone da soli, self-service insomma. Mah.

Questa l’ultima decisione presa dalla nostra ineffabile Lega Calcio, ne avevamo avuta una anticipazione nella finale di Coppa Italia, allo Stadio Olimpico di Roma, tra Atalanta e Juventus. C’è, neanche a dirlo, anche una motivazione ufficiale: Per evitare le perdite di tempo.

E certo, nell’era del VAR, presente in campo ormai da sette anni, che sottrae minuti e minuti al calcio giocato, il tempo lo fanno perdere i raccattapalle. Ma, tant’è.

Chissà cosa avrà pensato, leggendo la notizia, Beppe Savoldi (Mister 2 miliardi), il leggendario attaccante del Bologna prima e del Napoli poi nei gloriosi anni ’70.

Il 12 gennaio del 1975, durante un Ascoli – Bologna (1 a 3), fu proprio un raccattapalle, Domenico Citeroni, a negargli la gioia della tripletta personale (e il 4 a 1 per il Bologna) respingendo da dietro la porta un suo tiro entrato in rete. Tutto in una frazione di secondi, senza che nessuno se ne accorgesse. Tanto meno l’arbitro, Barbaresco di Cormons. A nulla valsero le giuste proteste del capitano dei rossoblu, Giacomo Bulgarelli, che aveva visto tutto. E mica c’era il VAR o la Goal-line technology nel 1975. Domenico Citeroni in questi giorni, non a caso, è tornato a far parlare di sé ed è stato intervistato un po’ su tutti i giornali, basta farsi un giro in rete.

Altrettanto famoso, anni fa, divenne anche un altro raccattapalle, Maurizio Piana, assurto agli onori delle cronache nel 1987. Nel corso di un Sampdoria – Inter (3 a 1) il ragazzotto fu letteralmente preso a calci dal libero dell’Inter, l’argentino Daniel Passarella detto El Caudillo, proprio perché ritardava la restituzione della palla. Per il povero Piana dieci giorni di prognosi, sei giornate di squalifica, invece, per il difensore nerazzurro. Passarella, poi, fu anche multato dalla società per cinque milioni di lire che vennero girate alla famiglia del giovane a guisa di risarcimento.

Decisamente più edificante, invece, la vicenda che vide coinvolto, nel 1980, il portiere della Fiorentina Giovanni Galli con un altro raccattapalle, allo Stadio Dall’Ara di Bologna. Si può trovare facilmente una fotografia in cui si vede il portiere sconfortato, la Fiorentina stava perdendo 2 a 1, seduto vicino al palo e al suo fianco un ragazzino con la radiolina all’orecchio, che lo tiene presumibilmente informato sui risultati degli altri campi. E già, erano ancora i tempi che i risultati ce li davano Enrico Ameri, Sandro Ciotti e Ezio Luzi a Tutto il calcio minuto per minuto, Rai radio1.

Giovanni Galli, nel 2020, a distanza di quarant’anni, ha espresso il desiderio di incontrare quel raccattapalle: Vorrei dirgli grazie, perché forse ai tempi non l’ho fatto. Si sono visti nella redazione del quotidiano La Nazione, di Firenze. Quel ragazzino adesso ha 54 anni, si chiama Antonio Franchini e fa il tassista.

Per venire a tempi più recenti, molto recenti, c’è un episodio davvero bello e commovente che ha visto protagonista il grandissimo centrocampista inglese del Real Madrid Jude Bellingham. Durante una partita di Copa del Rey giocata dai madrileni contro l’Arandina, in una freddissima sera del gennaio di quest’anno, Bellingham (che sedeva in panchina) si è accorto che un raccattapalle che stazionava poco più in là stava tremando per le basse temperature e, forse, il poco movimento. Si è alzato e gli ha portato il plaid che teneva sulle gambe per riscaldarsi e lo ha coperto mettendoglielo sulle spalle. Una volta si diceva campioni dentro e fuori dal campo. Ancora, evidentemente, qualcuno ancora ce n’è.

Xabi Alonso, l’ex centrocampista spagnolo, ora allenatore, e neocampione di Germania, del Bayer Leverkusen ha inventato la tattica dei 29 palloni a bordo campo, per fare in modo di velocizzare sempre la ripresa del gioco. Non vuole ci siano cali di intensità, e i raccattapalle diventano parte attiva della partita quando la squadra affronta gli avversari alla BayArena.

E poi c’è Pep Guardiola, forse il più grande allenatore al mondo, che è stato immortalato mentre indottrinava un raccattapalle, durante la partita Manchester City – Crystal Palace. Ma anche lui non per dirgli di rallentare il recupero della palla, al contrario. «Se c’era un fallo a nostro favore nessuno andava a prendere la palla per ricominciare subito l’azione. Quando accade ciò, la manovra rallenta, il raccattapalle era lento e quindi anche noi», ha dichiarato al termine dell’incontro. Visti i risultati, come dargli torto?

Fulvio Collovati

Il campione del mondo Fulvio Collovati, ex difensore di Milan e Inter ma anche ex raccattapalle, proprio ieri ha rilasciato un’intervista al quotidiano Il Foglio dove dice: «stanno facendo sparire il calcio dei sentimenti. E vanno contro i giovani. Certi momenti un bambino se li porta dentro per tutta la vita. Spero ci ripensino». E poi affonda il colpo: «il problema di fondo è che si interviene dove non si dovrebbe. Si predica bene e si razzola male. Non ci qualifichiamo per due Mondiali di fila, agli Europei facciamo ridere. Va bene, prendiamocela con i raccattapalle».

Sia quel che sia, da adesso in poi, almeno qui da noi, non vedremo niente più di quel che abbiamo appena raccontato. Ma ringraziamo comunque la Lega Calcio, perché non avremo più inutili e dannose perdite di tempo. Sentivamo davvero tutti il bisogno di questa ennesima nuova riforma.

In ordine sparso e con assoluto beneficio d’inventario, vogliamo qui solo menzionare:
Pietro Anastasi, Roberto Bettega, Paolo Di Canio, Ciro Ferrara, Fabio e Paolo Cannavaro, Antonio Cassano, Francesco Totti, Alessandro Nesta, Claudio Marchisio, ma anche Bernardo Silva, Matthijs De Ligt, Riccardo Calafiori o Phil Foden.

Da ragazzini sono stati tutti raccattapalle prima di diventare i campioni che così bene conosciamo.

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