25 Ott Una striscia quotidiana di riflessione
SIROLO: COME ROVINARSI LA REPUTAZIONE
25 ottobre 2018 – Sirolo, il 7 settembre u.s. una coppia belga, con un bimbo di tre anni e mezzo, dopo aver letto i menù dei tre ristoranti di spiaggia Urbani ne scelgono uno (lo chiameremo A). Sono le 20 di sera e il ristorante è “molto vuoto”. Solo un paio di tavoli all’interno sono occupati; altrettanti all’esterno. Chiedono se possono accomodarsi, ma una signora dice loro che il ristorante per la serata è completamente prenotato, e in modo esplicito li invita a lasciare il locale.
La coppia belga, piuttosto interdetta, esce e va ad accomodarsi in un ristorante attiguo. Lì, vengono accolti in modo “molto professionale”. E da lì, hanno “una perfetta visione sulla sala e l’esterno del ristorante A che li aveva rifiutati”. Cenano. Alle 21 il ristorante A è sempre mezzo vuoto. Il signore belga decide di telefonargli e prenotare un tavolo per due persone. Si sente rispondere di andare anche subito ma che hanno liberi solo tavoli esterni.
Alle 21.30 il signore belga si presenta al ristorante A con in braccio il figliolo. Chiede della signora che li aveva rifiutati la quale, con modi poco gentili, accampa scuse per una giustificazione che non esiste. Arriva il proprietario che, “in modo supponente”, parla di buona fede e, alla fine, conclude dicendo: « il ristorante è mio, lo gestisco a modo mio e lo faccio anche molto bene ». Non si arriva a nulla, nessuna scusa. La coppia belga se ne va con l’amarezza di chi, “straniero” si è sentito discriminato. E con la chiara intenzione di non tornare mai più. “Il rifiuto, per ogni essere umano, è sempre un insulto”.
E questo episodio fa il paio con quello stabilimento balneare, sempre a Sirolo, che ha ripreso in spiaggia una signora non vedente e il suo cane guida che si scrollava l’acqua di dosso dopo un bagno in mare: “perché potreste infastidire gli altri clienti”. Titolare dello stabilimento che, dopo la lettera dell’avvocato, è stato costretto a chiedere scusa: “lei e il suo cane potrete venire da noi quando volete”. Ma ormai la figuraccia era fatta.
(lettere di denuncia inviate al giornale)