IL DISASTRO APOCALITTICO DEI POPULISTI
23 ottobre 2018 – La lista è corposa: Unione Europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, agenzie di rating come Standard & Poor’s e Moody’s, senza dimenticare il PD, Liberi e Uguali, FI. Qual è il fil rouge, il filo rosso che li amalgama tutti e li stringe a coorte pur nelle loro specifiche diversità? La bocciatura unanime della Manovra Finanziaria 2019 del Governo Conte-Di Maio-Salvini.
Un fronte corposo, un muro di gomma invalicabile e respingente che una tantum mette d’accordo la nostra corporazione di Stati, la finanza internazionale, i giudici finanziari ed economici, i partiti politici italiani d’opposizione. Jean-Claude Juncker, Pierre Moscovici, Mario Draghi, Christine Lagarde, tanto per non fare nomi, unanimi nel giudizio negativo dato alle scelte bollate come “populiste”, “disastrose”, “apocalittiche”, a seconda dei casi dei ruoli e delle posizioni, messe in campo dal Governo giallo-verde.
Non sono un economista, né un esperto di finanza, sono un piccolo, anziano cronista di provincia che da quattro anni paga il mancato incasso della pensione – regolarmente maturata – grazie alla legge Fornero. E da emerito inesperto quale sono, quel che mi salta agli occhi è che tutti i signori/e di cui sopra sono persone che guadagnano minimo 15mila euro al mese. E che dall’alto di quel mucchio di denaro tuonano il loro verbo imponendo agli italiani povertà, austerità, sacrifici continui. E lo tuonano da decenni.
Non so chi abbia ragione, quel che so è che quasi sempre chi grida al disastro è chi ha contribuito alle politiche restrittive di questo Paese; e che le parole di Salvini di ieri sera al Tg: “Questa volta sarà l’Italia a decidere il suo destino e non una lettera da Bruxelles” piacciono molto a milioni di italiani. Un motivo, probabilmente, ci sarà!