SENZA FIGLI NON C’È FUTURO
29 novembre 2018 – Ogni 10 anni in Italia sparisce una città come Reggio Emilia. Nel senso che la città c’è sempre, sta lì con i suoi 170mila abitanti, e neppure si rende conto di un simile dato che è puramente statistico.
La sparizione di Reggio Emilia è presa ad esempio per far capire l’entità di un problema, quello della natalità nazionale. Ogni anno, in Italia, le nuove nascite registrano un decremento ormai stabilizzato nell’ordine delle decine di migliaia. Nel 2017 sono state 15mila in meno le nuove nascite. Un trend preoccupante che si ripete in modo strutturale ormai dal 2010.
Le donne italiane oggi hanno in media 1,24 figli a testa (1,34 nel 2010). E qui scatta un luogo comune che non ha fondamento: “In Italia ci pensano le donne straniere a fare figli”. Non è vero. Le residenti straniere nel 2017 hanno fatto registrare un calo non indifferente della natalità: 1,98 figli a testa contro i 2,43 del 2010.
Un fenomeno sociale e familiare preoccupante che non può più essere trascurato, perché va a toccare i temi fondamentali del nostro sviluppo e del nostro futuro: lavoro, pensioni, servizi, consumi. L’abbiamo sempre sostenuto con convinzione: “I figli di oggi sono il futuro della nazione”.
Fare figli costa, crescerli costa ancora di più. In assenza di politiche serie e incisive verso la famiglia, le coppie si accontentano del primo figlio e non vanno oltre. Ed è questo il dato che incide per circa l’81% sui dati in negativo delle natalità. Regalare i pannolini, dare il bonus bebé, premiare l’arrivo del terzo figlio, non basta più. Se si vuole invertire il trend, occorrerà ridisegnare il concetto di famiglia; ricostruire nella coppia il percorso mentale e psicologico del ‘fare figli’; rieducare le donne al loro ruolo primario di madri.
Per fare un figlio e crescerlo occorrono soldi e tempo. Per farne due, il doppio. Per farne tre, il triplo. Ma la madre è sempre una.