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Una striscia quotidiana di riflessione

QUEGLI ATTIMI CHE TI CAMBIANO LA VITA (professionale))

24 novembre 2018 – Vorrei raccontare, per quel che posso, di Ninni Ravazza, un collega giornalista e scrittore, ma pure subacqueo, che non conosco. No, non della sua vita, e come potrei, dal momento che non lo conosco. Ma di quanto possa aver influenzato, suo malgrado e a sua insaputa, una parte della mia esistenza e del mio lavoro.

In Sicilia, nel trapanese e non solo, è molto conosciuto: lo dicono le cronache. Molti anni fa è stato capo dell’ufficio stampa del Comune di Trapani. Per vent’anni è stato il più esperto subacqueo delle tonnare siciliane. Ne sa a pacchi di mare, di tonni, di coralli, di uomini di mare. Tanto che quest’anno, alla Festa del Cinema di Roma, è stato presentato il film di Giovanni Zoppeddu Diario di tonnara, tratto proprio dall’omonimo libro di Ninni Ravazza. E proprio nella veste di sub delle tonnare l’ho incrociato tanti anni fa, una sera, durante una cena presso l’Hotel di Charme Tonnara di Bonagia che fino agli anni ’80, prima della sua ristrutturazione e riconversione in albergo, era stato proprio una tonnara. Viva e funzionante.

Ravazza, quella sera, era ospite della delegazione siciliana della Commanderie des Cordon Bleus de France e a quel simposio, di cui facevo parte, proiettò sue diapositive che descrivevano il mondo a tutto tondo della tonnara. Ne restai fulminato ma non chiedetemi perché. Il mattino successivo andai in libreria e acquistai il suo libro: L’ultima muciaria – Storia della tonnara di Bonagia – Giuseppe Maurici Editore. Lo lessi tutto d’un fiato e da quella lettura presi ispirazione per la stesura del mio romanzo Il destino dei tonni.

Quella sera fu il nostro unico contatto. Non lo rividi più. So che oggi Ninni Ravazza si è disamorato del giornalismo (questa è un’altra storia), però scrive e pubblica libri di e con successo. Bè, proprio perché lui non lo sa, volevo dirgli grazie. Per il suo libro, per i suoi interessi, per il suo modo di comunicarli e per come è stato capace, suo malgrado e inconsapevolmente, di arricchire le mie conoscenze e di stravolgermi l’esistenza professionale per almeno dieci anni. E tutto questo, nell’arco di un’ora.