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Una striscia quotidiana di riflessione

UN CANE? NO, GRAZIE!

22 novembre 2018 – Vi racconto una storia. Una storia Vera. Poi, mi direte… C’era una volta, cioè ieri… roba di qualche giorno fa.

Una 50enne signora che abita e lavora a Senigallia da decenni, decide di trasferirsi a Forlì. Un po’ per cambiare aria, un po’ per avvicinarsi ai parenti (lei è di origini bolognesi), un po’ perché: “Che due maroni, proviamo a dare un senso a questo piattume!”.

Il lavoro, però, non lo cambia. Lo fa da una vita, è brava, molto brava, apprezzata, ha esperienza da vendere. Si mette in contatto con una realtà forlivese della stessa azienda per cui lavora. Invia il curriculum, appuntamento, colloquio, proposta, riflessione, rilancio, accordo, assunzione! Bene. Ora si tratta di cercare e trovare casa da quelle parti.

La signora vive sola, le fanno compagnia un cane e un gatto. Non ha grandi pretese. In una palazzina forlivese composta da quattro appartamenti, uno è sfitto. Fa al caso suo: non è troppo grande, è vicinissima al lavoro e la richiesta per l’affitto è molto vantaggiosa. Contatta il proprietario, che non vive nella palazzina, gli fa presente la sua storia e si accorda per visionare l’immobile.

La visita sarebbe dovuta avvenire oggi. Ieri, la signora riceve una telefonata dal proprietario. Più o meno di questo tenore: «Mi spiace, ho parlato con gli altri tre inquilini per avvisarli del suo possibile arrivo, quando hanno saputo che ha un cane mi hanno intimato di non affittarle l’alloggio. Dunque, non se ne fa nulla!» Per dovere di cronaca, il proprietario dell’alloggio possiede un cane.

Domande. 1) Condividete il comportamento del proprietario? 2) Che idea vi siete fatti di lui? 3) Che idea vi siete fatti degli inquilini? 4) Che cos’è per voi il vostro cane? 5) Conoscete il significato dell’espressione dialettale bolognese: “Soccia, ragazzi!” (con le zeta pronunciate come esse), che è poi l’esclamazione finale della signora in questione?