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Una striscia quotidiana di riflessione

STUDENTI IN PIAZZA: CHE BELLO!

17 novembre 2018 – Ieri, a Roma, un fantoccio di Salvini è stato impiccato a un ponte sul Tevere; a Milano, lanci di uova contro le auto della Polizia e cori di sostegno al sindaco di Riace, Lucano. Da Nord a Sud della penisola, ieri centomila studenti sono scesi in piazza incavolati neri per protestare contro i continui tagli all’istruzione pubblica.

Che bello! Finalmente in Italia c’è qualcuno che s’indigna e lo fa per davvero impegnandosi in prima persona, mettendoci faccia e cuore, per gridare forte, fortissimo, che certe scelte del governo stanno andando nella direzione sbagliata, danneggiandolo! Una protesta chiassosa che fa il paio con quella molto più contenuta dei 30mila di Torino scesi in piazza per dire sì alla Tav.

Che bello! Ieri, nel guardare le immagini della protesta studentesca in tv, per un attimo velato di nostalgia sono tornato indietro di cinquant’anni esatti, a quel mitico 1968 quando, quattordicenne inconsapevole, partecipavo ai cortei contro la Polizia sradicando cubetti di porfido da Piazza Castello a Torino per tirarli addosso a chiunque si opponesse al cambiamento.

Altri tempi, altro contesto, altri ideali e altre motivazioni, certo. Ma il punto è un altro. Gli studenti di oggi saranno gli uomini di domani. Negli ultimi decenni si è detto dei tanti giovani “bamboccioni” svogliati, pigri e senza ideali, incapaci di reazioni se non davanti a una tastiera. Come a voler disegnare una generazione futura di rincoglioniti senza midollo. Non è cosi!

Che bello, ieri, vedere quei “bamboccioni” sfilare in corteo per le strade e gridare forte, fortissimo: “ridateci i soldi sottratti alla scuola, all’istruzione, alla cultura!” Al diavolo il politicamente corretto. Oggi ho una consapevolezza in più: se gli studenti scendono in piazza per rivendicare sacrosanti diritti che gli vengono sottratti, questo Paese potrà avere un futuro.