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Una striscia quotidiana di riflessione

USA: LA PRIMA VOLTA PER GAY MUSULMANI E INDIANI

7 novembre 2018 – Le elezioni di medio termine americane (Midterm) – lo spoglio delle schede nei vari Stati Usa non è terminato del tutto – hanno portato alla luce alcune curiosità: una serie di “prime volte” per quel Congresso.

Da sempre l’Italia guarda all’America con occhio attento e tanta gratitudine (vedi gli aiuti ricevuti nel dopoguerra grazie al Piano Marshall), ma pure con curiosità e simpatia nel prenderne a modello abitudini sociali, costumi e mentalità. Là è nato il mito dell’American Dream, quel sogno americano dove tutto è possibile per tutti, esportato nel mondo e in particolare da noi dove un sogno italiano – semmai sia esistito – è sempre rimasto tale, nel senso che non ha mai prodotto serie opportunità.

Tra le varie curiosità del voto di Midterm, dicevo, spicca la vittoria in Colorado di Jared Polis, che diventa il primo governatore gay dichiarato della storia degli Stati Uniti. Bè, qui li abbiamo fregati per una volta: l’Italia, il suo primo governatore gay dichiarato ce l’aveva già nel 2005, con Nichi Vendola presidente della regione Puglia (2005-2015).

Altra curiosità dal Midterm: la democratica Rashida Tlaib, avvocata americana di 42 anni figlia di immigrati dalla Palestina, diventa la prima donna musulmana ad essere eletta al Congresso americano, nel distretto per la Camera in Michigan. Anche qui, però, li abbiamo fregati: già nel 2013 gli italiani avevano eletto alla Camera due deputati nelle fila del PD,  Cécile Kyenge Kashetu e Khalid Choauki. Non hanno avuto molta fortuna politica ma il primato resta.

In ultimo, entra nella storia a stelle e strisce anche il Kansas con l’elezione della prima deputata nativa americana, Sharice Davids. Gli indiani d’America hanno impiegato circa trecento anni per riuscire ad eleggere una loro rappresentante al Congresso. Qui, francamente, non c’è partita. Ma solo perché in Italia gli indiani nativi non sono mai esistiti.

Fatte le debite proporzioni, vuoi vedere che in fondo in fondo un Italian Dream c’è sempre stato ma non ce ne siamo mai accorti?