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Una striscia quotidiana di riflessione

SPREAD CAOS E DECADENZE POLITICHE

3 novembre 2018 – Ieri lo Spread, dopo una serie di speculazioni e alti e bassi, è sceso a 290 punti e la Borsa ha chiuso in positivo a + 1,07, sulla scia del preannunciato disgelo Usa-Cina a fronte della loro personale battaglia commerciale. Che c’entra tutto questo con il Def italiano? Già, perché questa benedetta manovra finanziaria per il 2019 che prevede lo sforamento del debito al 2,4%, varata da Conte, Di Maio, Salvini e Tria (insediatisi al Governo dal 1° giugno scorso), era stata additata dal Mondo come la responsabile delle accelerate dello Spread e dei crolli in Borsa.

Sarà vero? Come può una manovra finanziaria che non è stata ancora approvata incidere a tal punto sull’economia internazionale? Per la prima volta da decenni a questa parte un Governo decide di dare una mano ai cittadini in difficoltà per provare a far ripartire il Paese, anziché mettere al centro dei problemi banche e finanza, ed ecco che la finanza (e la politica d’opposizione), lo attacca su tutti i fronti utilizzando lo Spread come giustificazione ai futuri disastri.

Un’Italia forte economicamente e libera da lacci e lacciuoli, dà fastidio a tanta gente. Un Governo formato da due forze politiche in antitesi fra loro e populiste, dà fastidio agli oppositori. Quegli oppositori che pur governando per anni il Paese non sono stati in grado di risolvere le criticità e aiutare i poveri cristi in difficoltà.

Lo sfacelo del PD è sotto gli occhi di tutti, quando uno affoga inizia a sbracciare come un forsennato e si attacca a tutto pur di non colare a picco, vanificando spesso gli interventi dei soccorritori. FI, in caduta libera, cerca di richiamare alla ragione una Lega che ormai è consapevole di poter fare da sola, convinta – come tanti – che il berlusconismo è tramontato del tutto.

Questi signori sull’orlo di una crisi di nervi e privi d’argomenti, anziché dare una mano agli italiani, per provare a salvare se stessi e le loro poltrone iniziano a gridare al disastro e a ipotetiche catastrofi future sostenendo che se lo Spread sale la colpa è di chi sta al Governo e mal decide.

Ma lo Spread va dove lo porta la sua sete di denaro e di speculazione per accumulare profitti, prolifera nel caos. Di fronte ad un’Italia seria, in ordine, che cresce ed è coesa, sarebbe costretto ad abbassare la coda.