20 Mag Salvini, il rosario, lo Stato e la Chiesa
Di questo passo andremo tutti all’Inferno?
20 maggio 2019 – Se ne fa un gran parlare di questo comizio di Matteo Salvini con il rosario in mano… Salvini, leader ‘sovranista’ della Lega, che al termine dell’ultimo raduno a Milano bacia il rosario e dice: «Io affido l’Italia, la mia e la vostra vita al cuore immacolato di Maria». E si scatena il putiferio, o meglio la Chiesa.
Su Facebook padre Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica tuona: «Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: Se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio». Per il direttore della rivista gesuita: «la coscienza cristiana dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita».
Rincara la dose il cardinale Parolin, Segretario di Stato Vaticano che stigmatizza l’indifferenza: «Credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è molto pericoloso». E l’editoriale di Famiglia Cristiana titola: “Il rosario brandito da Salvini e i fischi della folla al Papa, ecco il sovranismo feticista”. ‘È l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Mentre il capo-popolo della Lega esibiva il Vangelo un’altra nave carica di vite umane veniva respinta e l’Onu ci criticava per il dl sicurezza’.
Quest’alzata di scudi della Chiesa lo trovo un tantino ipocrita. Insomma, il rosario è di e per tutti o solo per qualcuno? Padre Spadaro, la coscienza cristiana dovrebbe sussultare con ‘sdegno e umiliazione’ anche di fronte ai morti dell’Inquisizione, o ai preti, cardinali e vescovi pedofili. Dov’era la ‘coscienza cristiana’ quando la Chiesa, per suo interesse e profitto, entrava a piedi uniti nelle campagne elettorali del passato (e di oggi), indirizzando il voto dei fedeli su quel partito piuttosto che un altro?
La Chiesa, m’hanno sempre insegnato, è fede, è carità, è spirito d’aggregazione. La Chiesa, dunque, anziché criticare la chiusura dei porti decisa dal leader sovranista, apra i suoi “porti” (leggi migliaia di case di proprietà del Vaticano trasformate in alberghi e B&B a pagamento che non versano l’Ici), ai disgraziati extracomunitari che viaggiano sui barconi. Perché non lo fa? Che Chiesa è?
Cardinale Parolin, Tutti i fedeli del mondo intero invocano Dio per se stessi. Ognuno con una richiesta precisa: un miracolo, una guarigione, il Paradiso… Solo uno lo fa per il mondo intero, ed è Papa Francesco. Che ne dice se la Chiesa la smettesse di occuparsi di politica e s’impegnasse di più nella carità e nell’accoglienza?