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Pizzaiolo contro i bambini maleducati

Nel suo locale ha affisso un cartello: «Lasciateli a casa!»

Camerano, 13 gennaio 2020 – Ambientazione: pizzeria o ristorante, tanto la questione è sempre la stessa così come il problema. Interno giorno, o sera, tanto non cambia. Azione: commensali, per la maggior parte famiglie, intenti a consumare una pizza o il piatto consigliato dallo chef mentre, tutt’intorno al locale, bambini maleducati si rincorrono fra i tavoli, urlano in piedi sulle seggiole o giocano a nascondino nei bagni. Disturbando, e non poco, gli adulti.

No, non è il canovaccio di una sceneggiatura per il prossimo film di Checco Zalone ma, più o meno, la descrizione di quanto succede sempre più spesso in molti locali italiani a qualsiasi latitudine. Bambini maleducati che non sanno stare a tavola e genitori ancor più maleducati incapaci d’insegnar loro la buona educazione, oltre al rispetto verso la privacy e la tranquillità degli altri commensali che stanno lì per consumare un pasto in santa pace e rilassarsi.

A mettere il dito nella piaga,  e a prendere provvedimenti – come ha raccontato la collega Barbara Gerosa sul Corriere della Sera.it – ci ha pensato Gabriele Berbenni (in foto con la fidanzata Sabrina), 24enne titolare della pizzeria ‘Bagà’ di Villa di Tirano in provincia di Sondrio che, stufo di assistere nel suo locale alle scene sopradescritte e delle lamentele dei clienti, ha detto basta e ha affisso un cartello all’entrata della sua pizzeria che recita:

«Avviso a tutti i genitori, lasciate a casa i bambini maleducati, provate ad educarli, nel caso non vi fosse possibile cambiate ristorante o restatevene a casa. Ci riserviamo il diritto di prenderli in cucina a lavare i piatti con tanto di nastro adesivo sulla bocca. Firmato: L’uomo nero».

Come a dire, sono anche disposto a rischiare di perdere un po’ di fatturato ma tengo alla serenità dei miei clienti. Le critiche sui social non sono mancate ma ora quel locale è tornato ad essere un luogo pulito e tranquillo. Sbizzarritevi pure nei vostri commenti, ma che siano chiare due cose: 1) le Marche non sono immuni da certi comportamenti maleducati, anzi; 2) come ha sottolineato Berbenni, il suo locale “non è vietato ai bambini, tanto che in molti continuano ad andarci, ma a quei genitori che non sanno educarli”.