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I MERITI DI BOHEMIAN RHAPSODY

17 gennaio 2019 – “Bohemian Rhapsody”, il film sulla vita di Freddie Mercury e i Queen, è tra i venti film più visti di sempre del mercato italiano. Fino ad oggi ha incassato al box office 25,3 milioni di euro. Nel mondo ha incassato oltre 774 milioni di dollari.

È comunque destinato a salire in classifica – non escludo possa arrivare nei 10 – intanto perché continua a restare in programmazione (lo è dal 29 novembre 2018), poi per i premi che continua a conquistare, in particolare il prestigioso Golden Globe per il miglior film drammatico e quello per il miglior attore in un film drammatico andato a Rami Malek per la sua notevole interpretazione dell’immenso Freddy.

Come se non bastasse, l’offerta delle emozioni prodotte da Bohemian Rhapsody si arricchisce con una versione “Sing Along”: il 22 e il 23 gennaio il pubblico potrà vedere il film anche in versione karaoke. Potrà cantare in sala le popolari canzoni della band, mentre sul grande schermo scorrono i testi dei brani più famosi.

Quasi una necessità, più che una felice intuizione, dal momento che comunque in sala c’è stato chi si è lasciato prendere dalle note cantandole a voce alta anche senza l’ausilio del karaoke: ne sono stato testimone oculare presso la multisala anconetana. Ma è successo un po’ ovunque nel mondo.

Il film l’ho visto, più per una promessa fatta a mia moglie che per particolare interesse personale, e non è che mi abbia entusiasmato più di tanto. Ma io non faccio testo, non sono né un critico musicale né cinematografico e, per dirla tutta, ho apprezzato di più la docu-intervista tv di Mollica a Fabrizio De André. De gustibus…

Ora, per Bohemian Rhapsody e Rami Malek c’è la prova Oscar: il film ha ricevuto diverse candidature e le nomination saranno rese note il 22 gennaio. Resta un fatto: la voce del dentone Freddy resta inimitabile e irraggiungibile, così come l’artista. Nonostante siano “solo canzonette”, come cantato da Edoardo Bennato.