LE LACRIME DI COCCODRILLO DI JUNCKER
16 gennaio 2019 – Che il presidente della Commissione Ue faccia pubblicamente ammenda dei suoi errori nel recente passato, è l’ultima delle stupidaggini politiche messe a segno da questo controverso, antipatico e impopolare leader della Comunità europea.
Avvocato lussemburghese fino al 1980, Juncker è stato Primo ministro nel suo Paese e Presidente del Fondo monetario internazionale, finché uno scandalo riguardante i servizi di intelligence, nel 2013, lo costrinsero alle dimissioni. Da lì, si riciclò nella Comunità europea attraverso il Partito Popolare Europeo.
“L’austerità negli anni della crisi è stata avventata – ha detto ieri a Strasburgo in occasione del ventennale dell’euro – ma non perché volevamo sanzionare chi lavora e chi è disoccupato: le riforme strutturali restano essenziali”.
Un mea culpa che ci poteva semplicemente risparmiare: in primo luogo perché ormai lo avevano capito tutti da tempo, in secondo perché ammettere le proprie sconfitte per un leader istituzionale è l’equivalente di un addio alla propria carriera politica. In ultimo, perché una volta concretizzato il danno resta e non è certo un’ammissione di colpa a risolverlo. La Storia non torna indietro.
“Non siamo stati sufficientemente solidali con la Grecia e con i greci” ha aggiunto, peggiorando ulteriormente la sua posizione. Dopo aver affamato e costretto alla povertà centinaia di migliaia di ellenici, non puoi andare a dirgli: “mi dispiace”. E se lo hai fatto con loro, lo hai fatto sicuramente anche con altri (Italia docet).
Il leader del M5S Di Maio lo ha commentato così: “Le lacrime di coccodrillo fuori tempo massimo non mi commuovono. Juncker e tutti i suoi accoliti hanno devastato la vita di migliaia di famiglie con tagli folli, mentre loro buttavano un miliardo di euro l’anno in sprechi come il doppio Parlamento di Strasburgo”.
Juncker, che alla luce di tutto ciò definirei l’indifendibile, dal prossimo maggio con tutta probabilità sparirà dalla scena politica europea. E, a parte i suoi fedelissimi, non lo rimpiangerà nessuno. Se fossi greco, prima di maggio andrei a Bruxelles ad offrirgli un bicchiere di Moschofilero prima di salutarlo con un ben assestato calcio nel sedere.