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Pane burro & marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione

 

QUANDO I FIGLI DIVENTANO PADRI                                                                                                      (Fridays For Future – In marcia per il clima)

15 marzo 2019 – Una data storica quella di oggi, da cerchiare in rosso sul calendario e non gettare la pagina. Una data che segna l’appuntamento per salvare il Pianeta in 1.600 città di tutto il mondo. ‘Fridays For Future’ (un Venerdì per il Futuro), è la mobilitazione per sensibilizzare sui cambiamenti climatici, nata dall’iniziativa della giovane attivista svedese Greta Thunberg.

In Italia “scioperi del clima” in 182 città, con cortei degli studenti e iniziative varie per chiedere che si agisca subito per contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi.

Un gruppo di deputati socialisti norvegesi propone di candidare la 16enne Greta al Nobel per la pace: «La minaccia del clima è una delle cause di guerre e conflitti».

Dunque, oggi niente scuola per milioni di studenti in tutto il mondo. Si bigiano le lezioni (si tagliano, si marina, si fa schisa, sega, fughino), per una volta, per una causa fra le più nobili che esistano: salvare il mondo dalle sue pazzie, incongruenze ed egoismi per tentare di farlo durare quanto più possibile, di renderlo quanto più vivibile possibile. Cercando, laddove è possibile – ma deve esserlo ovunque per forza – di tornare a quell’equilibrio naturale che garantisca un sano futuro per tutte le generazioni a venire.

Questa volta, a scendere in strada per gridare forte i pericoli e i disastri prodotti dai cambianti climatici non sono le associazioni ambientaliste, sono i nostri giovani, i nostri figli. I sedicenni dell’intero pianeta che – finalmente! – si contrappongono alle follie dei propri padri incapaci ed insensibili. È dal 1968 che non vedevo una mobilitazione giovanile così corposa, convinta e convincente, prendere coscienza, battersi e scendere in strada con cartelli e slogan per un obiettivo comune così importante e globale.

Figli che scendono in piazza per gridare forte in faccia ai propri padri che il mondo che loro gli stanno lasciando non gli piace. Figli che si ribellano alle follie dei propri padri rei, per profitto e menefreghismo, di aver ridotto il pianeta ad un ammasso di terra, acqua, vegetazione, plastica e inquinamento dilagante che, se non verrà fermato e gestito al meglio, produrrà un pianeta senza futuro.

Milioni di figli, come milioni di gocce d’acqua, che messi tutti insieme formano l’oceano della protesta che reclama un futuro migliore per l’intera umanità. Un fiume in piena che cercherà di riuscire là dove i propri padri hanno fallito. D’altro canto, come ebbe a dirmi un giorno il presidente di un’associazione di volontariato d’Imperia: «È goccia dopo goccia che si costruisce il mare!»