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NON È DELL’UOMO LA LIBERTÀ DEL WEB

13 marzo 2019 – Era il 12 marzo 1989 quando Tim Berners Lee e Robert Cailliau, ricercatori del Cern di Ginevra (Organizzazione europea per la ricerca nucleare), presentarono il documento che tracciava l’idea della rete, il World Wide Web. Nelle loro intenzioni, all’epoca, c’era l’intenzione di connettere meglio l’enorme mole di documenti del Cern stesso, ignari della rivoluzione tecnologica mondiale che ne sarebbe derivata.

Ci sono scoperte, intuizioni, eventi e date capaci di cambiare il mondo, di rivoluzionare il modo di agire delle persone, influendo radicalmente sul loro modo di comportarsi, muoversi, pensare e comunicare. La nascita del web è una di queste. Anche se, a trent’anni dalla sua “invenzione”, non abbiamo ancora colto appieno la sua valenza e il suo peso nel privato, nel pubblico e nel mondo socio-politico ed economico-finanziario.

Nel 1994, a cinque anni dal modello teorico immaginato da Berners Lee e Cailliau, arrivò la costruzione del primo sito dopodiché, con una velocità impressionante, la rete si sviluppò in ogni ambito dello scibile umano. Oggi, non esiste argomento, citazione, domanda od operazione a cui il web non sappia dare risposta. Basta digitare una parola chiave su un motore di ricerca che la risposta, la soluzione o la procedura ci arriva in un nanosecondo. Senza contare la possibilità, con tutti gli annessi e connessi, di poter dialogare e scambiare foto e documenti con il mondo intero nello stesso lasso di tempo.

Miliardi di dati scambiati a ruota libera su una piattaforma senza controllo però, dove avvengono anche transazioni di denaro e scambi di pareri e pensieri spesso camuffati, diventano spesso pericolosi e offensivi. Navigare in quello che venne definito Il profondo blu, se alla portata di tutti, significa dare spazio anche ai disonesti, ai malfattori, alle fake news (false informazioni), alle campagne diffamatorie, ai pedofili e delinquenti d’ogni risma.

Per questo, a trent’anni di distanza Tim Berners Lee, che nel frattempo è diventato direttore del Consorzio del World Wide Web, ha lanciato l’iniziativa Contratto per il Web, mettendo insieme un gruppo (cittadini, aziende e governi), d’accordo sul fatto che sia necessario stabilire norme, leggi e standard chiari di comportamento a sostegno della rete e della sua corretta fruizione.

Quel profondo blu, nato all’insegna della libertà assoluta, s’è rivelato in parte un’utopia ed oggi per funzionare in sicurezza ha bisogno di regole,restrizioni e controlli. Perché l’uomo, che ci piaccia o no, è per sua natura anche disonesto, portatore di depravazioni d’ogni sorta, e siccome nessuno l’ha mai educato alla libertà assoluta, quando ce l’ha dimostra di non essere in grado di gestirla al meglio.