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Una striscia quotidiana di riflessione

GIOVANI “MAMMONI”, IN ITALIA IL 66,4%

10 gennaio 2019 – A dirlo è l’Eurostat: in Italia i giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora in famiglia sono il 66,4% nel 2017. Un dato in crescita rispetto al 65,8% dell’anno precedente. Tra i maschi la percentuale sale al 72,4%.

Una realtà sociale che ci separa decisamente dalla media di “mammoni” nell’Unione Europea che, sempre secondo Eurostat, si attesta al 50%. Peggio di noi solo Croazia, Malta e Grecia. Scendendo nel particolare, la distanza è evidente nella fascia d’età 25-34 anni: vive con i genitori il 49,3%, a fronte di una media UE del 30,6% (3,2% in Danimarca, 14,9% nel Regno Unito, 17,3% in Germania.

Che dire? Evidentemente in Italia le “tagliatelle di nonna Pina” inducono i giovani a non allontanarsi dal desco familiare perché si sa, di giovani donne italiane in grado di prepararle a dovere ce ne sono sempre meno.

Scherzi a parte, ma non poi tanto, l’attaccamento dei maschi italiani alla famiglia e a mammà è un fatto storico che poco ha a che fare con la crisi. Non a caso il termine “mammone” è tipicamente italico. Da sempre i nostri maschi stentano a tagliare il cordone ombelicale, che poi significa crescere e prendersi le proprie responsabilità nel mondo. Da sempre le nostre madri stentano ad accettare il fatto che il proprio figlio è cresciuto, ed è giusto che vada a far danni fuori casa.

La crisi, semmai, ha accentuato il problema. Un trentenne di oggi, se ha la fortuna di avere un lavoro, guadagna se va bene 1.200 euro al mese. Come fa ad arrivare a fine mese tra costi dell’affitto (la metà dello stipendio); cibo (poco meno della metà), più le bollette di luce, acqua, riscaldamento, canone tv, benzina, sigarette? Bè, è facile: si sposa con una lavoratrice e raddoppia le entrate… dimezzando così i costi…

Anche se fosse vero, resta un fatto: dove la trovi, oggi in Italia, una moglie che guadagna 1.200 euro al mese e che, soprattutto, sappia fare le “tagliatelle di nonna Pina”?