04 Feb Pane burro & marmellata
Una striscia quotidiana di riflessione
DISASTROSO L’EXPORT ORTOFRUTTA NEL 2018
4 febbraio 2019 – Ce lo dice la Coldiretti: nel 2018 le esportazioni di frutta e verdura sono crollate del 12%, sotto cioè i 4 miliardi di chilogrammi. Il peggior risultato dell’ultimo decennio.
Cala dunque il mercato estero dei nostri prodotti della terra. Ma perché gli stranieri non li comprano più? Per la Coldiretti i fattori sono diversi: prezzi non concorrenziali dovuti al maltempo, all’elevato costo dei trasporti e a una mancanza di “diplomazia” nell’organizzazione dei mercati esteri.
Per quanto riguarda la frutta, incredibile ma vero, il dato peggiore nell’export lo registrano le mele: – 41% rispetto al 2017. Tra i risultati peggiori ci sono le pesche, con un – 30% e le clementine, – 33%. Ma va male pure l’esportazione dei kiwi: -16%. A rendere meno pesante il dato complessivo, di per sé piuttosto preoccupante – c’è l’uva e ci sono i limoni che registrano entrambi una contrazione contenuta al – 3%.
E se la frutta piange, gli ortaggi non sono da meno. Il calo dei prodotti considerati storicamente di maggior successo all’estero è spalmato un po’ su tutto: in primis le patate, in passato il nostro cavallo di battaglia, che scendono a – 35%; seguite dalle cipolle a – 17% e dai ravanelli a – 3%.
Sull’onda di questi dati piuttosto preoccupanti, sta per partire la 27esima edizione della Berlin Fruit Logistica, la prima fiera dell’agricoltura al mondo per partecipanti e volume degli scambi commerciali, prevista a Berlino dal 6 all’8 febbraio. Nonostante l’andazzo sottolineato dalla Coldiretti, la partecipazione dei produttori italiani si preannuncia molto numerosa.
Dopo una brutta notizia, ne arriva una bella. Lo scorso anno, come contropartita, si è registrato il record dei consumi nazionali di ortofrutta degli ultimi venti anni: quasi 9 miliardi di kg. nel carrello della spesa degli italiani. Il 3% in più rispetto al 2017. Un dato legato a scelte salutistiche soprattutto di quella fascia d’età che va dai 18 ai 35 anni. Tutta gente che predilige frullati e centrifughe.
Che sia il caso di mettere in campo una politica espansiva di frullati e centrifughe “made in Italy” anche sul mercato estero? Alla luce dei ultimi dati, parrebbe proprio di sì. Anche perché, lo dice il marketing, si porterebbe dietro un incremento delle vendite di frullatori e centrifugatori: l’agricoltura che dà una mano a se stessa e all’industria!