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Non ci sono più le panchine di una volta…

Ancona, Numana, Camerano e tanti altri Comuni le hanno scelte come supporti subliminali

Camerano, 18 novembre 2021 – Pur recependo la serietà sociopolitica dell’iniziativa, un po’ mi viene da sorridere. C’è stato un tempo, un lungo tempo, durante il quale le panchine erano delle misere e scontate sedute destinate ai nostri stanchi deretani. Testimoni muti e inerti, spesso anonime, d’incontri segreti di amanti occasionali. Un metro per cinquanta centimetri di spazio occupato per consumare una merenda al parco, o il panino veloce della pausa pranzo. Qualunque fosse l’occasione per utilizzarle, comunque un mini-spazio preso, lasciato e poi dimenticato una volta terminata la necessità del momento. Forse le panchine, certe panchine, venivano ricordate solo da quegli amanti andati a buon fine: “Te la ricordi amore quella panchina… ma quanti baci che t’ho dato lì…?

Oggi, anche le panchine hanno cambiato la loro funzione. Sono diventate un attrezzo mediatico, un supporto cui affidare messaggi e slogan d’ogni tipo, tanto che su quel metro e cinquanta centimetri dove un tempo potevi sederti, oggi non osi sederti più.

Hanno iniziato, un po’ dappertutto, a colorarle di rosso per richiamare l’attenzione sulla violenza alle donne. Tanto che alcune sono state considerate opere d’arte e sono finite all’asta (Roma). Dalle nostre parti, il Comune di Numana quattro anni fa ha inaugurato la panchina dell’amore che ospita un grande cuore e troneggia sullo splendido golfo a disposizione dei selfie degli innamorati.

Ancona, che evidentemente ha colto l’importanza delle panchine nel fare comunicazione e lanciare messaggi sociali e politici di primo piano, ultimamente ne ha inaugurate ben due. Il 5 novembre scorso quella europea dipinta di blu e posizionata al Parco Belvedere di Posatora con la finalità di portare i simboli dell’UE e della pace sul territorio, sensibilizzando i cittadini sulle tematiche europee. Ieri, 17 novembre, quella gialla in Piazza Roma voluta dai ragazzi e le ragazze dell’Università Politecnica delle Marche, unitamente al Rettore e al Senato Accademico, per sensibilizzare sulla vicenda di Patrick Zaki. Una panchina dall’alto e impegnativo valore simbolico e un obiettivo preciso: salvare una persona!

La prossima domenica, 21 novembre, a Camerano sarà una panchina ad ospitare un murales voluto dagli amici per ricordare le figure dell’artista Salvatore D’Addario e dell’amatissimo barman Floriano Ola Macellari, scomparsi da poco.

Fermo restando l’estrema importanza dei messaggi affidati alle panchine, se in un’altra vita dovesse succedere, spero di non rinascere panchina col rischio di venir colorato: troppo pesante l’onere! Se fosse, non si tratterebbe di una seduta e via, l’ospitata di qualche deretano da accogliere per un po’ e poi chi s’è visto s’è visto. Se fosse, ci sarebbe di mezzo una promessa d’amore, quella della libertà del popolo europeo, quella della vita di un uomo… Ma che, scherziamo? Tutto ‘sto po’ po’ di roba affidato alle fragili doghe di una panchina? Per favore, se dovessi rinascere panchina, non coloratemi!

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