28 Giu La Sea Watch e il Buon Samaritano
La parabola dell’accoglienza
28 maggio 2019 – «Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita (assiduo frequentatore del tempio, ndr), giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».
“Gesù – provo a dire io – quante volte debbo essere il prossimo delle vittime che arrivano dall’altra parte del mare per ottenere la tua grazia? Una, dieci, cento, mille? Perché vedi, Signore, l’ho già fatto mille e mille volte, ho speso mille e mille volte tutto ciò che avevo per loro, ma non ho risolto nulla».
Silenzio.
“Ascolta Gesù – provo a dire io – mi piace sentirmi un Buon Samaritano e tratto tutti come fratelli, senza occuparmi del colore della loro pelle o della religione che professano. Ma quelli, mica tutti ma tanti, mi ripagano lordando i nostri monumenti, infastidendo le nostre donne, non rispettando le nostre regole, lavorando a un quarto di un salario equo. Debbo accettare anche questo, Signore, per guadagnarmi il regno dei cieli?».
Silenzio.
“Ascolta Gesù – insisto, timoroso – perché sempre e soltanto io? Non ho più denari da spendere per loro, non ho più spazio per ospitarli nella mia casa. E chi ce l’ha, si rifiuta di offrirglielo. Se continuassi, li costringerei a vivere nel degrado e nello sfruttamento di chi approfitta della loro condizione. Finché ho potuto, l’ho fatto. Magari non al meglio, ma l’ho fatto. Ora, però, si è superato il mio limite”.
Silenzio.
“Va bene Gesù, ho capito. Tu predichi e basta. Ma predichi bene e razzoli male. Ho deciso, andrò all’Inferno. Lo so, ne troverò tantissimi anche lì, ma almeno lì c’è tanto spazio e Belzebù non fa sconti a nessuno. Nemmeno alle Ong così caritatevoli perché, diciamocelo una volta per tutte, 4mila euro per un passaggio sul ponte di una barchetta dalla Libia a Lampedusa è davvero un ladrocinio!”