11 Set La Regina Elisabetta, icona assoluta del suo tempo
La sua dipartita ha decretato lo scemare di certi valori e l’archivio definitivo del XX secolo
Camerano, 11 settembre 2022 – Tutti i media del mondo ne parlano ininterrottamente dalle ore 19.30 di giovedì 8 settembre 2022, data dell’ufficializzazione della morte della Regina Elisabetta d’Inghilterra (foto) avvenuta nella residenza di Balmoral in Scozia. A colpire, principalmente, la longevità del suo regno durato 70 anni. Nessun altro sovrano è durato tanto a lungo come lei, che ci ha lasciati all’età di 96 anni.
Personalmente, non ambisco a conoscere le cause del decesso, a quell’età può essere fatale anche uno scivolone in bagno. Da vecchio cronista di provincia che non ha mai messo piede a Buckingham palace, ho sempre guardato alla Regina come ad un’anziana nonna caratterizzata dai suoi tailleur e cappelli a vivaci colori pastello – sembra per ragion di stato e visibilità -.
Sui social, scatenati per lei in questi due giorni, si è andata affermando l’idea che era ora che ci lasciasse, perché nel 2022 è inaccettabile l’esistenza di una Nazione che crede ancora nelle fiabe, nelle fate, nei Principi e Principesse, nella monarchia a scapito della democrazia. Un concetto che trovo di un’idiozia profonda. Anche perché il Regno Unito ha un sistema politico composto da un complesso di parlamentarismo, monarchia e democrazia, che convivono in un sistema pluripartitico dove il primo ministro è capo del governo.
Senza entrare nel merito dell’importanza del suo ruolo a livello sociale, politico, economico e massonico a livello mondiale, mi verrebbe da evidenziare un altro aspetto incarnato in vita dalla Regina Elisabetta: il gusto, l’eleganza, la misura, l’educazione, il rispetto dei ruoli e delle tradizioni. Tutti valori sacrosanti che hanno caratterizzato il suo lungo regno, e che hanno contribuito a costruire la mentalità e la cultura di un popolo che è stato capace di espandersi in mezzo mondo. Gran parte di questi valori nel resto d’Europa sono andati via via scemando, e mi auguro che non succeda la stessa cosa anche in Inghilterra.
I valori elencati sopra, sono in gran parte gli stessi che appartenevano alla mia nonna paterna. Una donna marchigiana, quasi contemporanea della Regina, figlia semi analfabeta di poveri contadini, a riprova che certi sani princìpi possono albergare ovunque e non hanno bisogno di natali patrizi o sangue blu.
Ecco, la Regina Elisabetta lasciando questo mondo mi ha trasmesso la sensazione di essersi portata appresso quei valori. Re Carlo III, suo figlio, dovrà lavorare parecchio per essere degno agli occhi dei sudditi inglesi (e del mondo) di cotanta mamma. E la sensazione è che per quanto bravo sarà probabilmente non ci riuscirà. Come fai a regnare su un popolo, meglio di quanto fatto da un’icona del XX e un pezzetto del XXI secolo?
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