29 Ott La fregatura delle buste rifiuti dell’umido
Con la scusa della biodegradabilità la Rieco fa infuriare gli utenti
29 ottobre 2019 – Non c’è niente di più frustrante per i cittadini dell’obbligo di usare strumenti per una qualsiasi azione che risultino inadatti allo scopo, costruiti malamente e senza nessun riguardo nei confronti dell’utente finale.
Di questi tempi, con all’ordine del giorno la salvaguardia dell’ambiente e la messa al bando della plastica, si mettono in campo scelte ed azioni per difendere l’uno e sostituire l’altra, ma non sempre le soluzioni finali risolvono il problema. E, quando lo fanno, spesso ne creano altri.
Sto parlando, ovviamente, della scelta obbligata dell’utilizzo di buste biodegradabili per smaltire i rifiuti dell’umido nel sistema della raccolta differenziata porta a porta. Una scelta ed un obbligo che condivido in toto, perché la salvaguardia dell’Ambiente è sacra e perché non vorrei irritare più di tanto la già incazzosa Greta Thunberg.
Quello che non mi va giù, che non sopporto, e che non va giù e non sopportano migliaia di utenti, è che la Rieco (parlo dell’azienda che gestisce il porta a porta nell’area del Conero e, nello specifico, nel Comune di Camerano sede del giornale), fornisca buste dell’umido biodegradabili che non servono a nulla. Sono, a tutti gli effetti, dei sacchetti finché restano arrotolati uno sull’altro nella dotazione familiare. Finché, cioè, non vengono srotolati per l’utilizzo. Quando ne stacchi uno per riempirlo di rifiuti, il sacchetto si sfalda, si strappa, si lacera alla minima pressione diventando, di fatto, inutilizzabile.
E giù madonne, con annesso l’elenco di tutti i santi del calendario! Perché, rotto uno, provi a prenderne un secondo che si rompe a sua volta. Ne prendi un terzo, e anche questo ti si spezza fra le dita. E i “ciappoli”, per dirla alla marchigiana, non si contano! Chissà se alla Rieco fischiano le orecchie… Non credo perché l’azienda, nonostante le lamentele ricevute, continua a fare orecchie da mercante e a fornire sempre gli stessi sacchetti scadenti e inutilizzabili.
Una vera e propria presa per i fondelli verso gli utenti che, oltretutto, pagano canoni annui salatissimi per differenziarsi in casa i rifiuti. Allora, cara Rieco, sai che c’è? Se continui a fare orecchie da mercante l’umido te lo metto nei sacchetti di plastica, sì, sì, proprio quella che si vuole eliminare. E se per questo tu non dovessi ritirare il mio umido, sai che c’è? Te lo getto in mezzo alla strada. Perché vedi, pur condividendo il fine, sei tu che devi fornire il mezzo adeguato. E se tu te ne freghi, io faccio altrettanto. Perché alla fine, anche alla presa per i fondelli c’è un limite!