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La denuncia animalista allo chef Vissani

“Uccido agnelli a mani nude” avrebbe detto il cuoco umbro

23 aprile 2019 – La notizia risale a un paio di giorni fa: lo chef umbro Giancarlo Vissani è stato denunciato dagli animalisti con l’accusa di aver detto, in onda su RaiRadio1 a ‘Un giorno da Pecora’, come macella gli agnelli.

Vissani, in quell’occasione, ha raccontato di aver ucciso agnelli a mani nude: «Non mi fa impressione – avrebbe detto – Ci piace la coretella. Scelgo i più piccoli perché più saporiti. Si usa un coltello che arrivi al cuore così esce più sangue e la carne resta bianca».

Dura la reazione di Daniela Martani, ex concorrente del Grande Fratello e attivista vegana dell’Associazione Alleanza Popolare Ecologista: «Vissani godeva nello spiegarlo». E l’ha denunciato ai carabinieri. E degli animalisti: «Macellare un animale senza stordimento preventivo è contro la legge».

Lo scontro in atto ormai da decenni che vede contrapposti animalisti e vegani contro gli amanti della carne animale è un vero e proprio conflitto che tocca l’apice durante le feste pasquali. Sui social si assiste a vere e proprie zuffe, con insulti anche pesanti fra i sostenitori delle due fazioni (uccisione di agnelli no, uccisione di agnelli sì) che spesso sfociano nel blocco dell’utente antagonista e, in qualche caso, addirittura con la cancellazione di un’amicizia virtuale.

C’è da sorridere. O da piangere, a seconda di dove uno si schiera. Personalmente, non ho mai amato l’agnello o il capretto, nonostante mio padre ne allevasse alcuni capi e ne fosse ghiotto: un piatto e una tradizione pasquale cui non ha mai rinunciato. E non l’ho mai condannato per questo: a me piace il coniglio. Per me, nella catena alimentare dell’uomo, agnello, coniglio e insalata stanno sullo stesso livello, è solo una questione di gusti.

Non ho mai condannato neppure i vegani: ognuno dev’essere libero di scegliersi la dieta che preferisce. Se decidi di mangiare solo verdura, non sta a me sindacare sul perché lo fai o come lo fai. Come tagli le ortiche o come cucini i germogli di soia. Son cavoli tuoi. Così come sono rognoni suoi per chi ama e mangia l’agnello. Il fatto è che siamo ormai talmente pieni di noi, così incapaci ad accettare le altrui diversità, che persino le scelte e i gusti alimentari diventano motivo di scontro.

Sentirsi superiori e più intelligenti perché si è vegani, o perché si è carnivori, è il massimo della stupidità. Semplicemente, si è diversi nei gusti e nelle scelte alimentari. Evidentemente, anche in cucina diverso è sinonimo di inferiore. Vale per entrambe le parti. Due fazioni che hanno dimenticato il significato di rispetto (anche verso gli animali), e da dove provengono.