18 Apr Italiani in viaggio a Pasqua e Primo Maggio
Si muoverà un terzo dell’intera popolazione
18 aprile 2019 – Saranno oltre 21 milioni gli italiani che si metteranno in viaggio durante le festività pasquali e i ponti di primavera. Un terzo circa dell’intera popolazione della penisola. Per la Federalberghi il giro d’affari complessivo sarà pari a circa 8,2 miliardi di euro.
L’87% di chi si sposterà (oltre 18 milioni), resterà in Italia scegliendo località d’arte (31,1%), di mare (27,6%), di montagna (14,9%), i laghi (6%), le terme (3,3%), una crociera (2,3%).
Gli italiani che andranno all’estero (il 13% contro l’8% del 2018), sceglieranno di visitare le grandi capitali europee (72,9%), o andranno al mare (10,2%), o visiteranno le grandi capitali extraeuropee (6,4%). Infine, sceglieranno le crociere il 5%.
È il primo grande esodo vacanziero dell’anno, in vista di quello ancor più corposo delle vacanze estive. Uno spostamento niente male per un Paese con grossi problemi a livello di crescita e sviluppo. Con la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva che incombe minacciosa sulla testa di tutti.
Nella realtà gli italiani, che si fanno in gran parte un mazzo così dalla mattina alla sera, non ci stanno più a sacrificare il proprio tempo libero e le proprie risorse (poche o tante che siano), sull’altare delle rinunce e delle imposizioni fiscali sempre più pesanti. Sentono la necessità di dare un senso e un indirizzo ai propri sacrifici, e quello di spostarsi per il Paese o fuori da esso seppur per una breve vacanza, è un modo per appagare tale necessità.
Un modo, anche, per godersi appieno un paio di giornate insieme ai propri figli, per recuperare quei rapporti e quei dialoghi ridotti all’osso dagli impegni di lavoro per gli adulti e da quelli scolastici per i ragazzi. Il tutto, assemblato alla voglia di libertà e spensieratezza che solo una vacanza sa trasmettere. Senza sottovalutare la volontà di visitare musei e monumenti prima che qualche vandalo o incendio li distrugga.
In questa voglia di vacanza, in questi spostamenti di massa – al netto di chi lo fa tutto l’anno perché se lo può permettere – leggo una sorta di rivalsa e di fatalità: ‘peggio per peggio, almeno ci siamo goduti due giorni spensierati, e abbiamo visitato un posto che non conoscevamo’… Un modo, un piccolo modo, per sentirsi ancora padroni del proprio destino. Liberi di scegliere come spendere il frutto dei propri sacrifici: fare una vacanza, anziché coprire l’aggravio delle tasse sull’Iva.