14 Giu Giovanni Toti rottama Silvio Berlusconi
Ma quand’è che un leader politico va in pensione?
14 giugno 2019 – Dopo il rottamatore Matteo Renzi che tanti danni ha prodotto al PD, sulla scena politica dei guastatori di partito ieri è spuntato Giovanni Toti (FI) governatore della Liguria che, come riportato da Repubblica, senza mezzi termini pensiona Silvio Berlusconi, capo e leader indiscusso “da sempre” di Forza Italia.
«Considero il presidente Berlusconi il più grande statista che abbiamo avuto nella Repubblica – ha detto Toti alla radio a ‘Un giorno da pecora’ – ma oggi secondo me deve rendersi conto che un’epoca è finita. Credo che il presidente Berlusconi debba cominciare a pensare come lascerà il suo partito, come tutti i grandi statisti in questo paese. Quindi – ha continuato Toti – c’è bisogno di costruire un percorso che dia legittimità alla nuova classe dirigente. Se ci fosero le primarie di Forza Italia per scegliere il segretario – ha concluso il Governatore ligure – io mi candiderei con le mie idee». (in foto, Silvio Berlusconi e Giovanni Toti)
Come una doccia ghiacciata è arrivata la risposta di Berlusconi: «Lasciamo perdere dai – ha detto ai giornalisti – l’ho nominato io e chiede la democrazia, un nominatissimo».
Ora, al di là degli sviluppi futuri che giocoforza dovranno ridare un assetto credibile e un futuro a Forza Italia che, in alcuni frangenti, è un partito sceso sotto il 7% e sorpassato nei risultati anche da Fratelli d’Italia, resta davvero il dilemma ‘Berlusconi sì, Berlusconi no!’
L’uomo che dal nulla ha creato la televisione privata in Italia, il miracolo edilizio di Milano 2, 3, 4… , per anni in testa alle classifiche del Paperone più ricco della Nazione; che dalla sera al mattino s’è creato un partito politico attingendo alla sua classe dirigente nel mondo della vendita pubblicitaria o nelle sue amicizie femminili, portandolo a guidare il Paese per più legislature; amico intimo di Gheddafi e di Putin (un po’ meno della Merkel); il prossimo settembre compirà 83 anni.
E allora la prima domanda sorge spontanea: ma quando vanno in pensione i leader politici? La maggior parte, quelli che resistono per decenni, alla fine lasciano per malattia o infortunio, o perché perdono troppo spesso il filo del ragionamento e della legalità… Ma se restano più o meno lucidi, quando è legittimo che si tolgano dalle scatole?
La seconda domanda è: ma chi glielo fa fare? Che sia stato davvero in gamba non lo nega nessuno. È ricco sfondato – e questo non è certo una colpa – può avere ciò che vuole, ha una bellissima famiglia, può pagarsi tutti i divorzi e gli avvocati di questo mondo… che ci sta a fare in politica? Alla sua età, un dipendente qualsiasi sarebbe già in pensione da quasi vent’anni. Lui, no. Lui resta lì a guidare Forza Italia e guai a chi prova a destabilizzarlo!
Aveva ragione Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”. Berlusconi quel potere politico l’ha perso da tempo, risultato elettorale docet. Per un re è difficile abdicare, ma prima o dopo dovrà farlo se non vuole, oltre a se stesso, logorare tutto l’apparato di Forza Italia.