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Coronavirus 16 casi in Italia

14 in Lombardia e 2 nel Veneto

21 febbraio 2020 – Alla fine, com’era prevedibile, il coronavirus (foto) ha colpito anche in Italia. A questa sera, dopo i sei contagiati in Lombardia, sono stati individuati altri otto casi positivi. Si tratta, come detto dall’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, di cinque operatori sanitari, infermieri e medici dell’ospedale di Codogno e tre pazienti.

A questi, si vanno ad aggiungere due cittadini veneti positivi al primo test e già isolati in ospedale. In totale, dunque, salgono a 16 i casi di positività al virus nel nord-est d’Italia

Nessuna psicosi, a detta dei responsabili del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità che stanno gestendo la prima emergenza. E che hanno diffuso un video sulle dieci regole da seguire per proteggersi ed evitare quanto più possibile eventuali contagi.

Nelle aree e nei Comuni della Lombardia interessati dalle positività, Gallera ha invitato i cittadini a restare a casa. A Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo chiusi bar, ristoranti, locali pubblici e scuole. Sospese le attività e le manifestazioni pubbliche. Misure di sicurezza che potrebbero essere estese anche in altri sette Comuni.  Intanto, nel lodigiano, iniziano a scarseggiare le mascherine di protezione.

La popolazione, e non solo quella del nord Italia, è piuttosto preoccupata. Le regioni sono attrezzate per far fronte, anche in modo drastico, all’emergenza. Lombardia e Veneto vantano eccellenze ospedaliere e protocolli consolidati, ma ciò non toglie che la preoccupazione per eventuali sviluppi negativi si diffonda un po’ ovunque.

A spaventare è l’incubazione del virus che può arrivare a circa venti giorni. Un tempo durante il quale la persona infetta non sa di esserlo, continua a frequentare persone e locali pubblici, con il rischio di una diffusione inconsapevole a catena piuttosto rapida e difficile da controllare.

Le Marche sono lontane dalle regioni al momento interessate dalle positività. E diffondere un allarmismo che non esiste è controproducente. Diversi Governatori, a detta delle opposizioni della Regione Marche, “attraverso i social e circolari ai Comuni hanno già informato gli operatori del settore sanitario e i cittadini stessi, nonché predisposto un percorso di emergenza. Da parte del Governatore Ceriscioli nessuna indicazione” hanno denunciato.