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Chi ha scippato il futuro all’Italia?

In sette decenni lo abbiamo cannibalizzato

12 aprile 2019 – Paese Italia, questa sconosciuta, ingarbugliata, complicata Penisola che si allunga sorniona e rocciosa da millenni nel blu di un Mediterraneo sempre più plastificato. Governata da 73 anni da politici quasi mai all’altezza, quasi mai dalla parte dei cittadini. Amministratori di un bene enorme – dove abitano oltre 60 milioni di persone – e di una ricchezza così importante da essere inquantificabile, capaci in poco più di sette decenni di creare un debito pubblico di 2.345,3 miliardi di euro (Bankitalia, novembre 2018).

Amministratori di una bellezza che il mondo c’invidia, e di un capitale umano d’eccellenza che il mondo ci ruba ogni giorno, mai puniti per questo crimine perpetrato a danno dell’intera Nazione. Anzi coperti, aiutati e protetti dai politici che sono venuti dopo che, anziché additarli al pubblico ludibrio, li hanno sostituiti in silenzio paghi di quella poltrona raggiunta grazie ai fallimenti dei loro ingordi e incapaci predecessori.

Provate a fare questa semplice domanda ad un politico di oggi: “Chi e come ha creato o reso possibile l’attuale debito pubblico in Italia?” Non avrete nomi, quasi che il debito si fosse creato da solo. Eppure, qualcuno a suo tempo ha nascosto abilmente la polvere sotto il tappeto. Qualcun altro, addirittura, la polvere se l’è messa in tasca e se l’è portata a casa. Perché ogni granello di quella polvere erano soldi, tanti soldi. Quegli stessi soldi sudati e pagati da milioni di cittadini seri ed onesti, ignari di quanto stesse succedendo a loro danno nelle stanze segrete del Potere.

Così, oggi, dove nessun politico è disposto a fare l’uomo delle pulizie e a togliere quella polvere da sotto il tappeto – lo facessero, crollerebbe il sistema – gli italiani si ritrovano a subire le conseguenze di quel debito che qualche impunito ha creato, che incide pesantemente sulle riforme, sui loro salari, sulle famiglie, sullo sviluppo, sul loro benessere generale e sul futuro dei loro figli.

C’è poi un’altra parte di italiani che andrebbero messi sullo stesso rogo di quei politici con la polvere in tasca, gli italiani che evadono, quelli del lavoro nero, quelli che truffano il Paese e non pagano le tasse. Allievi bravissimi e solerti dei ladri della polvere di Stato per i quali vale un unico assunto: “Se hanno rubato loro, perché non posso farlo anch’io?”. Non fa una grinza, mentre il futuro dell’Italia va a rotoli…