Pane Burro & Marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione


di Paolo Fileni

Un taxicammello nel cuore di Trafalgar Square

“Predicare bene e razzolare male”

Camerano, 12 novembre 2023 – Quanto segue è un post pubblicato su Facebook da un amico (che a sua volta l’ha copiato da qualcun altro).

“Il predicatore islamico Zakir Naik è salito su un taxi a Londra e ha detto al tassista:

Fratello, per favore spegni la radio, perché come dice il Sacro Corano non mi è permesso ascoltare musica, perché ai tempi del Profeta non c’era musica occidentale che è la musica dei miscredenti.

Il tassista ha gentilmente spento la radio, ha fermato il taxi e gli ha aperto la portiera.

Zakir gli ha chiesto:

Fratello, cosa stai facendo?

Il tassista ha risposto educatamente:

Ai tempi del Profeta, non c’erano taxi, non c’erano bombe, non c’erano altoparlanti nelle moschee, non c’erano attacchi suicidi. Quindi stai zitto, vai fuori e aspetta che passi un cammello.”

Una storiella come tante che di questi tempi bui e bellicosi circolano irriverenti sui social? Parrebbe di no. Che il fatto sia accaduto davvero non lo posso affermare con certezza, ma posso affermare che il predicatore islamico Zakir Naik esiste davvero: ho controllato. Zakir Abdul Karim Naik (nato il 18 ottobre 1965) è un oratore pubblico islamico indiano che si concentra sulla religione comparata. È fondatore e presidente della Islamic Research Foundation (IRF) e di Peace TV.

A leggere il post mi è venuto in mente, chissà perché, il detto: “Predicare bene ma razzolare male”, un significato che conosciamo tutti: viene attribuito all’atteggiamento di una persona che sembra giusta e onesta nel parlare, ma si comporta in modo ben diverso, mostrando un’evidente dissonanza “fra il dire e il fare”. Un po’ quel che succede in alcune moschee italiane o europee, dove ufficialmente s’insegna il Corano per poi scoprire che lì si fa proselitismo per combattere i “miscredenti”, che poi saremmo noi Cristiani Occidentali. E questa è cronaca, mica me lo sono inventato!

Ora, una lancia va spezzata a favore del signor predicatore Zakir Naik: anche volendo essere ligi ai dettami del Corano, dove lo può trovare un cammello, il poveretto, in pieno centro a Londra? Per quel che ne so, gli sarebbe più facile trovare un leone a Ladispoli dal momento che da quelle parti se ne vanno in giro indisturbati.  

Ironia a parte, percorrere la via della verità, metterla in atto senza comode scappatoie, non è facile per nessuno. Per questo, che tu sia cristiano, musulmano o il politico di turno, qualche ritocchino andrebbe comunque fatto rispetto ai dettami della Bibbia, del Corano, della Costituzione: regole scritte da millenni nei primi due casi, da circa 75 anni nel terzo. Nel frattempo, il mondo è cambiato parecchio, la società è cambiata parecchio, le esigenze sono mutate. Prenderne coscienza credo sia un atto dovuto. L’alternativa c’è: aprire un taxicammello nel cuore di Trafalgar Square.

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Pane Burro & Marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione

di Paolo Fileni

Corriere del Conero: game over!

Dal 20 dicembre la testata sospende le pubblicazioni


Camerano, 25 novembre 2023 – Mi sta morendo un figlio, si chiama Corriere del Conero e ha sette anni. Era nato il 1° settembre 2016 e per tutto questo lasso di tempo ha vissuto con me, per me e dentro di me 24 ore su 24. Era nato per dare un senso alla mia professione di giornalista, alla mia passione per la scrittura, in parte per soddisfare un’esigenza ma, soprattutto, per informare uno spicchio di questa terra marchigiana che oltre a darmi i natali ho imparato ad amare come nessun’altra.

Era nato piccolo, piccolo: un sito web (www.corrieredelconero.it), e una pagina Facebook (@corrieredelconero), che all’inizio contava solo qualche decina di follower. Era nato – con sede e redazione a Camerano (AN) – per informare con pagine dedicate solo sei Comuni: Camerano, Castelfidardo, Loreto, Numana, Osimo, Sirolo. Poi, gli anconetani mi avevano scritto: “e noi?”. Così ho aggiunto una settima pagina, l’ho chiamata “Dal Mondo”, e lì ho potuto pubblicare notizie che riguardavano Ancona e le altre province di questa regione al plurale. Una scelta felice.

Da piccola, piccola, che era, questa mia creatura ha iniziato a crescere giorno dopo giorno, i vagiti sono diventati strilli di cronaca, editoriali, informazione pura, grazie anche ad una redazione omogenea composta da sei corrispondenti (uno per Comune), due redattori per lo sport, una fotografa, un web master. Passando, in sette anni, dai circa 50 follower iniziali sulla pagina Facebook ai 18.688 odierni, con diverse centinaia di migliaia di lettori giornalieri sparsi in regione e in tutt’Italia. Ma anche all’estero. L’articolo più letto in assoluto (un fatto di cronaca che riguardava Osimo), ha registrato in 72 ore oltre 500.000 lettori. Non male per una testata di provincia piccola, piccola.

Dopo sette anni di una vita professionale appagante, esaltante per certi versi, grazie alle tante gratificazioni ricevute dai lettori, oggi questo figlio ho deciso di farlo morire. Sul web è facile: un click e tutto sparisce. Un click e sette anni di lavoro duro – gratificante quanto vuoi ma davvero pesante – annegano in un nanosecondo nel profondo blu cobalto di Internet. Game over.

Game over: fine partita. Ma che gioco fantastico è stato! Il prossimo 20 dicembre Corriere del Conero sospenderà le pubblicazioni: sarà il primo Natale da sette anni a questa parte in cui mi sentirò disoccupato. Orfano di un figlio, ormai cresciuto, che ho avuto l’orgoglio, l’onore e l’onere di portare fin qui. È cresciuto bene. Così bene che una possibilità gliela devo: per qualche mese, prima di farlo sparire del tutto, lo metto a disposizione di chi vorrà rilevarlo.

Alla soglia dei settanta anni, è giunto il momento per me di lasciare il posto a qualche giovane editore e/o giornalista con la giusta voglia di fare. Il giornale ha ancora enormi margini di crescita: se c’è qualcuno interessato sono a sua disposizione, diversamente, entro due o tre mesi, schiaccerò quel pulsante e… amen.

Comunque andrà, mi corre un obbligo: dire grazie a tutti quei Cameranesi, Fidardensi, Loretani, Numanesi, Osimani, Sirolesi, Anconetani, Marchigiani, Italiani e Stranieri sparsi nel Mondo che in questi sette anni hanno dato fiducia e seguito alla mia creatura giornalistica. Senza di loro Corriere del Conero sarebbe stato uno sputo nel profondo blu; un insuccesso giornalistico e un’occasione mancata. Invece, grazie a loro, è stato un successo, una splendida realtà che mi porterò nel cuore come una delle iniziative più belle e riuscite della mia carriera professionale. Grazie!

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