Pane Burro & Marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione


di Paolo Fileni

Il coraggio delle idee di Giorgio Giostra

Un uomo solo contro l’indifferenza e i preconcetti

Camerano, 26 settembre 2021 – Giorgio Giostra (foto) è il candidato sindaco della lista civica Camerano è ora. Una delle tre liste che nel paese di Carlo Maratti concorrono alla conquista del Palazzo in queste Comunali 2021. Tre liste, tutte con pari dignità: la civica appunto di Giostra Camerano è ora con nove candidati consiglieri: “ho faticato parecchio per trovarli – ha confessato – i giovani se ne fregano della politica”; quella di Oriano Mercante Camerano Unita con dodici candidati consiglieri e l’appoggio ufficiale del centrosinistra; quella di Marinella Ippoliti NuovaMente Camerano con dodici candidati consiglieri e l’appoggio ufficiale del centrodestra. Nomi e liste che ormai conoscono anche i muri (no, non è una battuta, ndr).

Quel che i muri non sanno, è che non è vero che le tre liste hanno pari dignità. Ce l’hanno sulla carta, nel rispetto delle procedure istituzionali perché quelle sono regole dalle quali non si può prescindere ma, nell’evidenza, sul piano dei trattamenti individuali la pari dignità con Giostra se la sono dimenticata.

Diciamolo subito. Non m’interessano i trascorsi dell’uomo, le sue bizzarrie, il suo modo un po’ rude e diretto nell’approccio alle istituzioni. La sua “cazzimma”, direbbero a Napoli. M’interessa la sua visione delle cose, il suo coraggio e la perseveranza nel provare a concretizzarle, il suo essere un cane sciolto non di primo pelo che, nonostante l’età, mette in campo faccia e cuore per provare a rendere migliore il paese che abita. Un paese che gente così non la considera meritevole della pari dignità.

Ieri, 25 settembre, Giostra ha tenuto il suo unico comizio elettorale in Piazza Roma. Da solo, senza candidati consiglieri al seguito. Per farlo, ha chiesto il regolare permesso all’Amministrazione uscente aggiungendo alcune richieste: un microfono amplificato, una pedana, un tavolino, qualche sedia. Tutto negato tranne il permesso ad occupare il suolo pubblico. Materiale che, al contrario, le altre due liste hanno utilizzato a profusione. Sì, ma se lo sono pagato di tasca loro, potrebbe dire qualcuno. Eventualità tutta da verificare.

Abbandonato a se stesso e alle sue poche finanze per organizzare al meglio un comizio elettorale, Giostra non s’è perso d’animo. Con pochi euro ha acquistato un megafono a pile per rimpiazzare quel microfono negato e si è presentato in Piazza Roma armato solo dei fogli contenenti il suo programma e della sua cocciutaggine.

Di fronte ad una ventina di persone sedute sulle panchine della piazza o appoggiate al muro di Palazzo Mancinforte, fra cani che abbaiavano, macchine che transitavano, megafono non ben utilizzato, ha sciorinato i temi a lui cari a partire dal punto principale: lo sviluppo del turismo in loco.

Ha parlato delle tombe a San Giovanni da riempire di scheletri; del bel mosaico della Madonna del pane al Ceci; del come fare accoglienza, organizzare i servizi, coordinare gli esercenti. Dei contributi europei da intercettare per far ripartire l’artigianato locale; dell’apertura di un museo recuperando i pezzi conservati alla Soprintendenza di Ancona; del poco rispetto dell’Amministrazione verso i bisogni dei cameranesi; di un possibile parcheggio sotto il bosco Mancinforte collegato al centro da una scala mobile; del parco del Picchio costruito in discesa…

Terminando con uno slogan molto bello: «Camerano ha bisogno di amore». Quell’amore che né Camerano né l’Amministrazione comunale sono stati in grado di dimostrargli, quasi avessero paura di dargli spazio e credito.

Di fronte al trattamento ricevuto, e al suo coraggio messo in piazza ieri, mi tolgo il cappello di fronte a Giorgio Giostra. All’uomo Giorgio Giostra di ieri sera. Non lo dico affinché lo votiate, questo non è uno spot elettorale. È il riconoscimento puro e semplice dell’amore di un uomo verso le proprie idee, giuste o sbagliate che siano. Del suo coraggio nel perseguirle e della follia che l’accompagna, necessaria a non farle morire. Essenziale per sentirsi vivo. Solo, ma vivo.

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Pane Burro & Marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione

di Paolo Fileni

La felicità di coppia genera invidia

Quando dura a lungo dà fastidio a chi non ce l’ha


Camerano, 18 marzo 2023 – Lo spunto per questo Paneburro&marmellata me l’ha dato un’anconetana che ho conosciuto come scrittrice qualche anno fa: su Facebook ieri ha pubblicato un post che recita: “A me ‘sta gente che se innamora e che è felice x 50 anni, ecco, non lo so, ma forse me sta un po’ sul c….”, accompagnando l’infelice frase con la foto dell’attore britannico Michael Caine in compagnia dell’attuale e bellissima moglie Shakira Baksh (foto). Sir Michael Caine, per dovere di cronaca, nato Maurice Joseph Micklewhite Jr.

Stavo scherzando”, ha scritto la signora dorica, senza però chiedere scusa al baronetto e alla sua consorte. Ora, al di là del modo molto discutibile con cui, loro malgrado, facciamo entrare nelle nostre vite e nelle nostre frustrazioni quelle di emeriti sconosciuti rei di essere famosi grazie ad un loro immenso talento, resta la riflessione sulla felicità della coppia che dura da cinquant’anni (si sono sposati negli anni ’70, dopo che Caine nel 1958 aveva divorziato dalla prima moglie, Patricia Haines).

Lasciando da parte i coniugi Caine o chi per essi, lo dico meglio: ci si può innamorare di qualcuno, convolare a nozze con lui/lei e far durare felicemente questo amore per la vita? Perché cinquant’anni in un rapporto di coppia sono davvero una vita. E ancora: perché un’unione felice che dura a lungo può diventare motivo d’invidia? Perché, “cinquant’anni insieme” non sono sopportabili, ammissibili, auspicabili e generano commenti come quello della signora anconetana?

Credo che l’innamoramento fra due individui sia un tale sconvolgimento ormonale e cerebrale da non avere eguali al mondo. Non lo dico io, l’ha detto – ad esempio – con tesi molto appropriate Francesco Alberoni. Coinvolge all’ennesima potenza tutti i sensi: durasse tutta la vita distruggerebbe chi ne è coinvolto. Ecco perché non dura tanto, giusto il tempo di trasformarsi in amore. Quel che è l’amore, francamente non lo so: ognuno di noi ha il suo modo d’amare in base alla propria cultura, alla propria sensibilità, alle esperienze vissute. La sua durata è fissata dalle dinamiche che s’instaurano all’interno del rapporto di coppia. E non sta scritto da nessuna parte che debba durare in eterno. Può, ma non è detto. Gli amori finiscono, così come iniziano.

Nel tempo, gli amori quando durano si trasformano. Diventano rispetto reciproco, armonia, complicità, empatia, condivisione. Quando non c’è questa trasformazione, semplicemente (o drasticamente) finiscono.  

E torniamo alla signora anconetana e ai Caine. Per conoscere davvero il vissuto di qualcuno, recita una massima, bisogna aver camminato nelle sue scarpe per un po’ di strada. Come può starti sul c…., come può darti fastidio la vita di qualcuno che non conosci? La felicità in una coppia è bellezza, m’inebrio e ne godo quando ne vedo intorno a me anche se è rara. Non m’incupisco. Non mi appago mai. E per questo, lunga vita ai Caine, e a voi!

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