Pane Burro & Marmellata

Una striscia quotidiana di riflessione


di Paolo Fileni

I lofiformi, festeggiano San Valentino?

Il maschio della specie è capace di un’immensa prova d’amore

Camerano, 14 febbraio 2023 – Oggi è la festa degli innamorati, credo lo sia per tutti i generi di coppie possibili e immaginabili: uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna, accompagnati, fidanzati, sposati, conviventi, separati in casa… Tutto purché ci sia l’amore, anche quando non c’è ma si fa finta ci sia; anche quando ce n’è troppo e si fa finta sia normale.

Inutile star qui a parlare d’amore, non c’è spazio sufficiente su questa pagina. Ogni coppia – a prescindere da come è formata – si viva il suo e amen. Con qualche distinguo. Mi sono sempre domandato se e come le coppie in crisi festeggino San Valentino. Poi, magari, non lo festeggiano affatto. Può coesistere l’ipocrisia con l’amore all’interno di un rapporto di coppia? Penso di sì. Anzi, ne sono convinto, perché l’ho visto di persona. Ma è anche dimostrato dalla cronaca: prima festeggiano San Valentino poi lui l’ammazza per gelosia: l’ennesimo femminicidio.

Già, le donne, l’altra metà del cielo. Figlie, mogli, madri, nonne, vittime di un sistema maschilista che per millenni le ha relegate in un ruolo di secondo piano, private di diritti sacrosanti, ritenute non in grado di fare certi lavori, di ricoprire certi ruoli, specialmente man mano che si saliva nella scala gerarchica: della politica, del lavoro, del management. Poi sono arrivate le suffragette, la concessione del voto, il movimento femminista, e qualcosa è cambiato. Ma quel tetto di cristallo persiste ancora qui e là.  

Di certo, in un rapporto di coppia può coesistere l’egoismo. Più spesso quello dell’uomo che prima di tutto pensa a se stesso, incapace di accettare il fatto compiuto che una donna, la sua donna, non sia una sua proprietà. Capita nel genere umano, ma in natura non sempre è così. Ci sono casi, come nei lofiformi – pesci abissali (foto) – dove è il maschio a fornire una prova d’amore immensa.

In molte specie lofiformi, il dimorfismo sessuale è marcato: i maschi non sono più lunghi di 1 cm, mentre le femmine raggiungono i 20 centimetri. Al momento dell’accoppiamento, questi minuscoli maschi si attaccano al corpo della femmina e danno inizio a un processo di fusione del tessuto cutaneo, alla fine del quale il maschio è diventato parte integrante della femmina al punto da dipendere da lei per nutrirsi. A volte, per il resto della vita.

Incredibile. Non esiste sulla faccia della terra un uomo capace di tanto. Ma non esiste in nessun’altra specie animale, per via della forte risposta immunitaria che genererebbe la fusione (rigetto degli organi). Invece, quel centimetro di maschio nei lofiformi dimostra di amare così tanto la sua femmina al punto da fondersi con il suo corpo per la vita.

E come succede nella stragrande maggioranza delle coppie sposate, è comunque la femmina a gestire e dosare i viveri destinati al maschio che l’ha scelta. E lui, da lei, accetta qualsiasi genere di cibo, anche senza sale, senza zucchero, senza burro, tutto bollito e niente fritti!

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Una striscia quotidiana di riflessione

di Paolo Fileni

Cristicchi a proposito dell’utero in affitto

I negozi dove commissionare il “prodotto” e il destino delle “Cicogne”


Camerano, 23 marzo 2023 – Riprendo il post pubblicato dal cantattore Simone Cristicchi (foto, con una “cicogna”) lo scorso 21 marzo. Tema: l’utero in affitto, quanto mai attuale di questi tempi. Per rifletterci, ragionarci su e magari farsi un’opinione. E magari, dopo, esprimerla liberamente con educazione e rispetto verso chi la pensa diversamente.

Lo faccio io per primo, dicendo che sto con Cristicchi, credo che i figli si debbano avere in modo naturale, conseguenza di un’unione fra un uomo e una donna; chi può li fa, chi non può pazienza, ma la coppia in questo caso deve essere messa nella condizione di poterne adottare almeno uno legalmente (maschio o femmina che sia) senza dissanguarsi finanziariamente o essere additata da mezzo mondo. Tutte le altre opzioni sono out. Tutte.

Scrive Cristicchi:    

CICOGNA 2.0

«Jelena è nata e vive in un piccolo paese del Kosovo. Jelena è una roda, una cicogna. Nessuno deve sapere quale sia il suo lavoro; è un segreto, soprattutto per amici, parenti e villaggio.

Ha prestato il suo utero a chi non poteva avere figli, anzi, in un mondo dove le parole rivestono estrema importanza, ha venduto, noleggiato, affittato il proprio utero, perché nel mondo ricco, eterosessuale ed omosessuale, il figlio è un diritto, che se non si ottiene per grazia, fortuna e natura, si compra con il danaro.

Il costo di un bambino fatto e finito, esente da difetti, con ragionevole garanzia, varia da 35.000 a 50.000 euro; la quota che percepisce la cicogna, la donna, che ha subito l’impianto, che lo ha portato in grembo per nove mesi e che lo ha partorito, solitamente è di 5.000 euro. Spesso le “rode” vengono convinte a vendersi, spinte anche da una povertà estrema che apparentemente non lascia scelta.

I negozi dove commissionare il “prodotto”sono sparsi ovunque, alla portata delle diverse esigenze e possibilità:

  • Biotexcom, Kiev, Ucraina
  • Mediterranean Fertility Institute, Creta, Grecia
  • Feskov, Praga, Repubblica Ceca
  • Interfertility, Madrid, Spagna
  • Human resources, Charkiv, Ucraina
  • Gestife, Barcelona, Spagna
  • Growing generations, Londra, Regno Unito, con filiali negli Stati Uniti e in Canada, loro però sono cari; per il tuo bambino su misura, puoi arrivare a spendere sino a 3 volte di più, 150.000 euro.

Vorrei vivere in un mondo dove la maternità surrogata venga abolita, e dove invece tanti bambini orfani e privi di futuro possano essere adottati, e cresciuti con Amore da coppie che non possono avere figli.

Spero che questo post non fomenti inutili polemiche, ma sia uno spunto di riflessione per gente di buon senso, per chi non si adegua al pensiero unico, e vuole approfondire cosa ci sia dietro tanti slogan vuoti».

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